A cura della Redazione

Rigettata l’archiviazione sul caso Veropalumbo. E’ questa l’importante novità emersa ieri in seguito alla decisione del giudice del Tribunale per i minorenni di Napoli, Paola Brunese, che ha firmato l’ordinanza di rigetto. L’omicidio del meccanico 30enne Giuseppe Veropalumbo, ucciso la notte del 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante mentre festeggiava l’arrivo del nuovo anno nella sua abitazione,  non può rimanere irrisolto.

Dovrà essere stabilito se ad uccidere Giuseppe quella notte sia stato davvero un proiettile vagante oppure un’azione pianificata portata avanti da tre ragazzi minorenni: Valentino Giornata junior, figlio di Aldo, Gaetano Amoruso, e Sasà Paduano.

E’ quanto aveva affermato il pentito Michele Palumbo, alias ‘a munnezza, il quale svelò che il delitto era maturato in un clima di vendetta. Giuseppe avrebbe avuto la colpa di aver consegnato le chiavi del palazzo dove abitava alla polizia, per installare una telecamera sul lastrico solare, che di fatto poi avrebbe incastrato il padre di Amoruso. Da qui la decisione di riaprire il caso, gli ulteriori rilievi della polizia con il ritrovamento del frammento di proiettile, e infine la richiesta di archiviazione perché non sarebbero state acquisite ulteriori prove.

Ma per il giudice Brunese non è così, e dopo 72 ore di riserva ha deciso che il caso non debba essere archiviato. Una nuova speranza per la vedova Veropalumbo, Carmela Sermino, assistita da un pool difensivo costituito dagli avvocati Marco Ferrara, Carminuccia Marcarelli, Stella Arena e Gaia Tessitore.

(Nella foto, Giuseppe Veropalumbo con la moglie Carmela Sermino e la figlioletta Ludovica)