A cura della Redazione

Processo crollo Rampa Nunziante, altra udienza, altre testimonianze davanti al giudice Francesco Todisco.

Gli architetti Massimiliano Bonzani e Aniello Manzo, l’operaio Pasquale Cosenza e l’amministratore di condominio Roberto Cuomo, tutti imputati nel processo, non hanno voluto rispondere alle domande della pm Andreana Ambrosino. Tutti hanno ritenuto esauriente quanto già fornito negli interrogatori durante le indagini.

Così si è dato spazio ai primi testimoni della difesa, a cominciare da quelli chiamati dall'avvocato Elio D'Aquino, difensore dell'’avvocato Massimiliano Lafranco, indagato in un secondo momento per il crollo della palazzina del 7 luglio di tre anni, in cui morirono otto persone.

Il primo ad essere ascoltato è stato Vincenzo Scognamiglio, che “sconfessa” quanto dichiarato in una precedente udienza da Mario Minichini nei confronti dell'avvocato Lafranco. “Nel 2017 collaboravo con lui – ha detto Scognamiglio -, infatti lo accompagnai in Bulgaria ad aprire una società per compravendita di auto. Poi le cose non andarono come dovevano, così litigammo. Fui anche minacciato da Minichini”.

A supporto delle sue dichiarazioni, depongono in aula anche un dipendente del bar di Scognamiglio, Antonio Leveque, e l’avvocato civilista Virginia Chierchia, che aveva seguito una causa di Minichini.

Prossima udienza il 18 marzo. In quell’occasione  saranno chiamati in aula, tra gli altri, anche l’ex sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita.