A cura della Redazione

Morto a 17 anni mentre tenta di compiere una rapina a mano armata (poi si scoprirà che l'arma era una pistola giocattolo). Erano le 4,30 di domenica mattina, con lui un altro giovanissimo, 18 anni, figlio di un pregiudicato, Gennaro De Tommaso, detto "Genny 'a carogna", ex capo tifoso ultras del Napoli, ora collaboratore di giustizia in carcere. Su uno scooter rubato stavano compiendo una rapina nei confronti di tre passeggeri di un'auto tra via Duomo e via Marina a Napoli, quando è sopraggiunta una pattuglia di Falchi. Probabilmente ne è nato un conflitto a fuoco, il 17enne è stato colpito a morte, mentre il complice si è subito arreso.

Luigi Caiafa, nato nei quartieri spagnoli di Napoli, era un ragazzo con una storia diffcile alle spalle, come tanti altri. Il padre è infatti Ciro Caiafa, ritenuto vicino al clan Mazzanti-Terracciano e arrestato nel novembre del 2016, mentre da latitante si nascondeva in un'abitazione del centro storico di Napoli. Luigi voleva diventare pizzaiolo e per un certo periodo è stato ospite della Comunità salesiana di Torre Annunziata. Don Antonio Carbone lo ha ricordato in un post sulla sua pagina di facebook. 

"Luigi non era solo un ragazzo che alle 4,30 di notte ha tentato una rapina impugnando una pistola - ha scritto - e da un colpo di pistola perdere la vita. Lo ricordo quando con tanto sacrificio volle imparare il mestiere del pizzaiolo, lo ricordo quando durante i mesi di loockdown, tre giorni a settimana, insieme ad altri ragazzi preparava le pizze da portare a famiglie disagiate, lo ricordo piangere perchè in quei mesi non poteva vedere la sua famiglia, lo ricordo la domenica a messa con sguardo rivolto verso il basso quando durante l’omelia si parlava di vita bella alla quale ci chiama Gesù più che di bella vita o malavita. Lo ricordo a servire i pasti alla mensa dei poveri. Lo ricordo! Luigi era anche tutto questo!".

(Nella foto, don Antonio Carbone con Luigi)