A cura della Redazione

Battute finale del processo di Rampa Nunziante, che vede sotto accusa una quindicina di imputati per il crollo di una palazzina che causò 8 vittime, tra cui due ragazzi.

Ieri, all’interno dell’aula bunker del carcere di Poggioreale, sono stati ascoltati gli ultimi testimoni della difesa. Gli ultimi di una lunga lista tra periti, familiari, operai e avvocati.

A deporre uno degli imputati, Gerardo Velotto, proprietario dell’appartamento dove si stavano eseguendo i lavori di ristrutturazione, i quali – secondo l’accusa –, con l’abbattimento di una parete portante, avrebbero determinato il crollo del palazzo. Ebbene Velotto ha dichiarato di aver subito minacce di morte da parte da alcuni familiari delle vittime all’esterno dell’aula.

Una coda velenosa di un dibattito che ha portato a confronto le tesi dell’accusa e della difesa. Tra chi sostiene, sulla scorta di perizie eseguite e prove documentali, che il crollo dell’immobile sarebbe stato causato dai lavori eseguiti senza permesso, e chi invece – il collegio della difesa – sostiene che l’abbattimento di quella parete non sarebbe stata la ragione scatenante del cedimento del palazzo.

Due tesi a confronto che saranno approfondite nei prossimi mesi. A febbraio, infatti, il Pm Andreana Ambrosino formulerà la richiesta di condanna nei confronti degli imputati, accusati di crollo colposo e falso in atto pubblico; dall’altro il collegio difensivo sosterrà l’innocenza dei propri assistiti. Infine l’ultima parola spetterà al giudice Francesco Todisco.