A cura della Redazione

“Non sono emerse prove contro l'architetto di interni Aniello Manzo, va assolto”. La tesi dell'avvocato Francesco Schettino sono chiare e semplici: Manzo non ha “omesso né commesso nulla” che poi abbia provocato il crollo di Rampa Nunziante, che la mattina del 7 luglio 2017 ha sconvolto Torre Annunziata causando la morte di otto persone tra cui due bambini.

In risposta alla lunga requisitoria della pm Andreana Ambrosino che ritiene Manzo tra i responsabili del crollo e dell'omicidio colposo plurimo, l'avvocato Schettino ha sostenuto che “Manzo è totalmente estraneo ai fatti. Contro di lui ci sono poche dichiarazioni. Una testimone lo vede il giorno prima parlare con gli operai, ma lei non affacciava sul lato ferrovia dove sarebbe avvenuta questa riunione. Inoltre, era presente alla riunione condominiale del pomeriggio prima perché proprietario di un appartamento al quarto piano”.

Attacco diretto anche alla testimonianza di Mario Minichini: “Totalmente inattendibile. Origlia un presunto incontro tra Manzo e l'avvocato Massimo Lafranco, tutte dichiarazioni false”. Sulle cause del crollo, poi, l'avvocato Schettino ha spiegato come “solo chi ha buttato a terra quel tramezzo poteva capire se fosse un sostegno per l'edificio. E poi non si possono sminuire le qualità di Giacomo Cuccurullo, era un esperto. Se non ha visto niente, non c'era niente da vedere. Impossibile accorgersi che il palazzo stesse cadendo”. Sulla collaborazione tra Manzo e Bonzani, infine, ha sottolineato come fosse “finita da tempo, non lavoravano assieme”.

Tra due settimane si torna in aula. Dopo le ultime discussioni, il 12 maggio sarà il giorno della sentenza.