A cura della Redazione

Dopo nove anni si prescrive il reato di omicidio colposo, ma il chirurgo che operò Tommasina De Laurentiis è stato condannato anche in Appello a cinque anni di reclusione e al risarcimento dei danni per il falso nella cartella clinica.

Si è chiuso così il processo sul caso di malasanità che coinvolse Tommasina, la 26enne di Torre Annunziata morta in sala operatoria l'8 marzo 2013 in seguito ad un banale intervento alla colecisti. In primo grado, un anno fa il tribunale di Torre Annunziata (giudice Fernanda Iannone) aveva condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione Roberto Palomba, esperto chirurgo dell'ospedale di Boscotrecase, accusato dalla Procura oplontina di aver commesso l'errore medico fatale alla giovane oplontina e di aver, poi, falsificato la cartella clinica della paziente deceduta, per far ricadere la colpa sugli anestesisti. 

Arrivato in secondo grado, però, il processo ha visto cadere una parte delle accuse a causa della prescrizione.

Dunque, i giudici della prima sezione della Corte d'Appello di Napoli hanno condannato il dottor Palomba a cinque anni di reclusione, dimezzando di fatto la pena, ma confermando la parte relativa alla provvisionale da 100mila euro e al risarcimento del danno (da calcolare in separata sede) nei confronti dei familiari di Tommasina, costituitisi parte civile con l'avvocato Gennaro Ausiello.

Cancellata la pena per i due assistenti di Palomba, i chirurghi Alberto Vitale e Antonio Verderosa, che in primo grado erano stati condannati a due anni e quattro mesi di reclusione per il solo errore medico.