A cura della Redazione

Il Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi a Palazzo Chigi, su proposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha decretato lo scioglimento dell’Amministrazione e del Consiglio comunale di Torre Annunziata per infiltrazioni camorristiche.

La decisione, che era ormai nell'aria, comporta che la Commissione straordinaria guidata dal prefetto Antonio D’Acunto, attualmente deputata alla gestione dell’Ente, resterà in carica per altri 18 mesi con conseguente slittamento delle elezioni comunali verosimilmente nella primavera del 2024.

Il tutto scaturisce dall’inchiesta della DDA di Napoli con 12 indagati, che nel febbraio scorso portò al blitz in Comune, tra cui l’ex sindaco Vincenzo Ascione. Negli avvisi di garanzia consegnati, le ipotesi di reato, contestate a vario titolo, erano quelle di traffico di influenze illecite, corruzione e concorso in associazione mafiosa.

LE DICHIARAZIONI DEL SENATORE DEL GRUPPO MISTO SANDRO RUOTOLO

“È stato un atto dovuto la decisione adottata oggi dal Consiglio dei ministri di sciogliere per infiltrazioni mafiose il Comune di Torre Annunziata. Un'amministrazione già colpita da inchieste e arresti per gravi fatti di corruzione. L’ex vice sindaco e assessore alla legalità, Lorenzo Diana, chiamato a bonificare quella impervia palude burocratica, fu indotto, dopo soli cinque mesi, a rassegnare le dimissioni. A Torre Annunziata è tempo di dare un segnale di cambiamento. Ci sono minimo 18 mesi per ricostruire con rigore e trasparenza una classe dirigente credibile. L'appello che mi sento di estendere, anche per la prossima tornata delle elezioni amministrative e soprattutto per quei comuni che tornano al voto dopo essere stati sciolti per mafia, è rivolto principalmente ai partiti politici ma anche a quelle liste civiche che si presenteranno alle urne affinché sottoscrivano un 'patto d'onore' con i cittadini di Torre Annunziata, impegnandosi a non candidare chi si troverà coinvolto nella relazione del decreto di scioglimento, chi per parentela diretta e acquisita è in rapporti o frequentazioni con personaggi legati ai clan oppure coinvolto in indagini. Torre Annunziata è una città disperata, disorientata dove regna un clima di sfiducia verso le istituzioni percepite come un corpo estraneo. L'uccisione di Maurizio Cerrato, il suo sangue innocente, deve spingere anche la politica a un salto di qualità. Oltre alla corruzione da oggi sappiamo che a Torre Annunziata, così come a Castellammare di Stabia, il condizionamento mafioso ha pesato e pesa sulle scelte della politica. Da queste parti i clan fanno affari da oltre 40 anni con una certa borghesia e imprenditoria mafiosa. È tempo di una ricostruzione democratica, occorre una classe dirigente in grado di riaccendere la speranza e lasciare alle spalle il vecchio modo di fare politica fatto di clientelismo e voto di scambio”.