A cura della Redazione

Eccezioni e cavilli potrebbero far saltare il giudizio di incandidabilità per l'amministrazione comunale di Torre Annunziata sciolta per presunte infiltrazioni della camorra.

Ieri pomeriggio, dinanzi al collegio della prima sezione civile del Tribunale di Torre Annunziata, si è tenuta la prima udienza del procedimento che ad oggi vede solo 7 persone a rischio incandidabilità fino a 10 anni. 

Tra difetti di notifica ed errori nella compilazione degli atti, il processo civile rischia addirittura di non svolgersi. È questa la tesi dei difensori che hanno formulato le proprie eccezioni ai giudici.

Tra quelle poste, c'è l'impossibilità di consultare la relazione della Commissione d'accesso non omissata, che dunque pregiudicherebbe la difesa. E' stato chiesto almeno il rinvio dell'udienza a marzo 2023, in seguito alla decisione del Tar. 

Inoltre, nonostante sia presente un elenco di 24 persone nel documento, ieri a giudizio c'erano solo i 7 indagati dalla Dda per concorso esterno: l'ex sindaco Vincenzo Ascione, l'ex vicesindaco Luigi Ammendola, gli ex assessori Luisa Refuto e Gioacchino Langella, l'allora presidente del Consiglio comunale Giuseppe Raiola e ancora i consiglieri Rocco Manzo e Maria Oriunto, quest'ultima cognata di Salvatore Onda, ritenuto dall'Antimafia il referente del clan Gionta che avrebbe pilotato le decisioni politiche fino allo scioglimento.

Una serie di anomalie che ora sono al vaglio dei giudici che si sono riservati per la decisione senza indicare una data di rinvio.