A cura della Redazione

Dopo due anni di commissariamento del Comune di Torre Annunziata in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, con dodici indagati tra cui l’ex sindaco Vincenzo Ascione (dopo quattro anni di indagini si è proceduto poi all’archiviazione dell’inchiesta), torna l’incubo di una nuova Commissione d’accesso.

Ma facciamo un passo indietro.  Nell’estate scorsa si è insediata la nuova amministrazione guidata dal sindaco Corrado Cuccurullo. Neppure qualche mese di attività e subito una nota informativa della Polizia Municipale e due indagini parallele di Carabinieri e Guardia di Finanza hanno scosso le stanze del Palazzo.

Quella del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torre Annunziata si è occupata della Festa della Madonna della Neve e più in particolare dell’itinerario della processione, notevolmente allungato rispetto a quanto predisposto per gli anni precedenti. I carabinieri rilevarono che lungo il nuovo percorso (per intero il corso Vittorio Emanuele III fino a raggiungere largo Cuparella) risultavano residenti numerosi soggetti appartenenti a diversi clan criminali.

Questi elementi di criticità furono in seguito rappresentati dal Prefetto di Napoli nell’ambito di apposito Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza, al termine del quale veniva ripristinato il precedente itinerario della processione religiosa.

La seconda indagine ad opera del Nucleo Operativo della Guardia di Finanza, invece, ha preso in esame la presenza nella sede comunale di cinque soggetti che, senza alcun ruolo istituzionale, partecipavano alla vita politica ed amministrativa dell’Ente. Il riferimento è anche agli staffisti del sindaco, che  “frequentavano in modo assiduo ed attivo gli uffici comunali, partecipando anche a riunioni istituzionali, visionando documenti, dando disposizioni dirette al personale dipendente e sedendo dietro le scrivanie degli uffici”. Da qui la richiesta di segnalare quanto emerso anche alla Sezione Campania della Corte dei Conti per i profili di danno erariale.

Poi le indagini si soffermano sulla “ineleggibilità, incandidabilità e inconferibilità” accertate in capo ad un assessore e tre consiglieri comunali, per lo stato di morosità nei confronti del Comune, oltre che delle procedure di sgombero degli occupanti abusivi dell’edificio ubicato in Largo Grazie e quello di via Pascoli, con pezzi dell’amministrazione che avrebbero fatto pressione per rallentare l’iter procedurale.

Alla luce di tutte queste considerazioni il Comandante del Nucleo operativo della Guardia di Finanza chiede alla Prefettura di valutare l’ipotesi di cui all’art. 143 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) e riferito allo scioglimento del consiglio comunale atteso che lo stesso “non deve essere interpretato come misura di carattere repressivo, bensì come misura atta a prevenire che l’amministrazione comunale resti vulnerabile all’influenza della criminalità organizzata”.