A cura della Redazione

Nuova operazione dei carabinieri sui Monti Lattari. Dopo quella di ieri, i militari della Compagnia stabiese, supportati dallo Squadrone eliportato Cacciatori "Calabri", hanno effettuato altri controlli nella cosiddetta "Giamaica italiana", dove abbondano le coltivazioni di marijuana ma anche nascondigli di armi e bunker.

A Castellammare di Stabia, nella comunità montana denominata “Madonna della Libera”, è stato individuato quello che a prima vista poteva sembrare un rudere abbandonato, con massi e pietre lasciati nel verde che alla fine con il passare del tempo copre tutto. In realtà si trattava proprio di un bunker.

Dai primi accertamenti pare che il nascondiglio sia stato progettato dalla criminalità organizzata quale serra per la coltivazione della cannabis. Un locale servito da corrente mediante allaccio abusivo alla rete elettrica principale e completo di lampade, alimentatori, impianto di ventilazione nonchè di vasi con terriccio e materiale vario per la coltivazione. Un “lavoro edile” quasi perfetto se non fosse che i carabinieri monitorano costantemente quelle zone e le persone di interesse “investigativo”.

Chilometri e chilometri che i militari percorrono a piedi e che rastrellano quotidianamente e che permettono di trovare le piantagioni illegali.

In un’area demaniale, infatti, sono state rinvenute 207 piante di cannabis indica dall’altezza media di un metro e mezzo, poi campionate e distrutte sul posto.

Anche questa volta, nel secondo giorno consecutivo, i carabinieri hanno effettuato un arresto e sequestrato di droga.

A finire in manette per detenzione illegale di armi e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, Sebastiano Esposito, 33enne di Gragnano già noto alle forze dell’ordine e ritenuto contiguo al clan Afeltra-Di Martino. I militari hanno perquisito la sua abitazione e lì hanno rinvenuto e sequestrato una pistola lanciarazzi calibro 22 completa di caricatore per capsule di innesco, poco più di 31 grammi di marijuana, un bilancino e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. L’arma, utilizzata solitamente per lanciare “segnali di aiuto”, sarà sottoposta ad accertamenti balistici.

L’arrestato è in attesa di giudizio.