A cura della Redazione

"Se non paghi, finisci nelle nicchie". Le vittime del racket convocate a casa della moglie del boss e minacciate. C'è anche questo nella maxi inchiesta dell'Antimafia, culminata ieri con l'esecuzione da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata di un decreto di fermo nei confronti di 11 persone accusate di essere ai vertici del nuovo clan Gallo-Cavalieri.

In carcere sono finiti otto uomini e tre donne, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi, accuse che passeranno ora al vaglio del gip per la convalida. Ecco l'elenco degli arrestati: Salvatore Abbellito, Giuseppe Colonia, Salvatore Gallo, Gennaro Gallo Battipaglia, Carmine De Rosa, Liberata Colonia, Michelina Manzi, Francesco Gallo, Lucia Gallo, Luigi Visciano e Carmine Vitagliano.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il clan aveva imposto il racket sui funerali. Una quota fissa da 250 euro che tutti gli imprenditori dovevano riconoscere alla camorra dopo ogni funerale. Quel denaro, poi, veniva diviso in parti uguali tra i Gallo e i Gionta. Cifre da capogiro, calcolando che ogni mese erano circa 30 funerali sul territorio oplontino.

Le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori sarebbero andate avanti a tappeto, fino alla scorsa Pasqua, quando Abbellito si sarebbe presentato in un bar e avrebbe preteso anche una costosa bottiglia di champagne.

Nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti diversi summit di camorra ai quali partecipavano i capi dei vari clan di Torre Annunziata, anche quelli del Quarto Sistema. Da decidere c'era la spartizione delle estorsioni.

Inoltre, dai dialoghi intercettati tra i leader dei Gallo-Cavalieri, è stato ricostruito come nel 2020 Giuseppe Carpentieri, reggente del clan Gionta appena scarcerato, avrebbe ampliato le mire dei "valentini" puntando alle assunzioni "su ambulanze e all'ospedale", prendendo anche "contatti sopra al Comune, all'Ufficio Tecnico", successivamente travolto dallo scandalo delle mazzette, fino allo scioglimento dell'amministrazione comunale per presunte infiltrazioni della camorra al Palazzo.