S’intitola “Oneself, storia di smarrimento”. E’ l’ultimo cortometraggio del giovane filmaker vesuviano Alfonso Capasso che lo ha scritto curandone poi regia e montaggio.

Una storia profonda, intima, intrinseca, complessa, raccontata con una tecnica seducente a cui l’utilizzo minimalista della stessa scena non sottrae assolutamente spessore. Lo “smarrimento” del protagonista emerge e penetra da una sorta di interrogatorio al quale viene sottoposto dal suo analista, ma che potrebbe rappresentare anche il suo inconscio. Turbamento, sconcerto, confusione sono efficacemente trasmessi dall’interpretazione persuasiva e trascinante di Luigi Loreto e dall’incalzare eccellente di Pino Brancaccio. Un corto dalle sfumature intimistiche che intende investigare sulla insicurezza, sulla fragilità, sulla friabilità dell’animo. E, dunque, dell’uomo. Il risultato finale raggiunge una cifra artistica pregevole. 

“Il mio ultimo cortometraggio è stato un processo lungo anche per via delle restrizioni Covid – afferma Alfonso Capasso - ma incredibilmente appagante e formativo. Voglio ringraziare per questo Luigi Loreto, Pino Brancaccio e Valeria Vitiello che sono stati semplicemente strepitosi mettendo nella realizzazione tutta la passione che li contraddistingue. Un ringraziamento va anche a Marco D’Azzo e Riccardo Amato per avermi sostenuto con tecnica, pazienza e precisione. Un'esperienza memorabile che spero di ripetere puntando ancora più in alto”.