A cura di Antonio Papa

Nato a Torre Annunziata il 2 luglio 1907, Luigi Manzo fu l'artefice del movimento turistico oplontino fin dagli anni trenta.

Dotato di idee innovative, mise in piedi un progetto di rilancio del settore che ebbe un successo clamoroso. Il Lido Azzurro divenne in pochissimi anni il passaggio obbligato dei più grandi artisti, scrittori, attori e attrici dell'intero panorama del jet set, come Totò, Vittorio De Sica, Dino De Laurentiis e la moglie Silvana Mangano, Pippo Baudo, Eduardo De Filippo, Rita Pavone e tanti altri.

Con l'organizzazione del premio Ippocampo d'Oro riuscì a promuovere la città con titoloni sui giornali in cui erano rimarcati, oltre i grandi nomi degli ospiti italiani e internazionali, anche le bellezze della zona e la perfetta organizzazione delle manifestazioni. 

Luigi Manzo è stato un personaggio che ha lasciato una traccia nella storia della nostra comunità, riuscendo nell'impresa di trasformare una tranquilla cittadina di mare in luogo di incontri ad altissimo livello per personaggi della cultura e dello spettacolo.

Morì il 5 ottobre 1964, a soli 57 anni, lasciando molti rimpianti in tutti quelli che lo conobbero e apprezzarono quello che era stato capace di organizzare per regalare a Torre Annunziata serate uniche e irripetibili, rimaste nella memoria collettiva come gli anni d'oro della città.

A Luigi Manzo fu dedicata una lapide dalla Pro Loco nel 1975, collocata di fronte al Lido Azzurro, e il 13 giugno 2016 gli venne intitolato lo slargo antistante le Terme Vesuviane alla presenza dei figli Sandro e Marina e di autorità civili e militari.

Alla cerimonia dell'intitolazione, il sindaco Giosuè Starita gli dedicò queste parole: Abbiamo deciso di ricordare la figura di Luigi Manzo perché tanto ha fatto per la promozione turistica e la crescita culturale della città di Torre Annunziata. Grazie alle sue iniziative, e allistituzione del premio Ippocampo dOro”, la nostra città diventò negli anni '50 e '60  un ricercato salotto sul mare, ospitando i migliori artisti. Dedicargli quella parte della città ci è sembrato un gesto doveroso”.