«La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l’amore». Leopoldo Speranza, facendo leva sul suo immenso e conclamato spirito salesiano, si affida ad una citazione di Don Bosco per trasmettere le sensazioni che il palcoscenico restituisce al termine delle due repliche di “Casa di frontiera”.

Il testo scritto dall’autore, attore e regista stabiese Gianfelice Imparato, è stato scelto dalla compagnia “Oplontis” di Torre Annunziata per celebrare il ritorno sulle scene dopo la forzata pausa pandemica. Il Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia ha salutato con due sold out questo evento, ma soprattutto ha sancito l’ennesima, indiscussa affermazione del team teatrale oplontino. E lo ha fatto proprio attraverso la gioia di una platea profusa un un’autentica e sincera standing ovation.

Leopoldo Speranza, attore e regista della commedia, ha deciso di sottoporre al pubblico un testo diverso dagli standard dei precedenti lavori della compagnia. Solo quattro personaggi sul palco e tutti incastonati perfettamente in una storia nemmeno tanto improbabile. Gianfelice Imparato l’ha scritta nel 1993 quando il movimento politico Lega Nord iniziava a diffondere su tutto il territorio nazionale l’idea di una secessione necessaria per salvare l’Italia “trainante e produttiva” da quella “sterile e dissuadente”.

Questo scenario separatista racconta il quotidiano di una famiglia napoletana che vive in una casa al confine del territorio padano. Si tratta in una sorta di riserva, dove i componenti del nucleo familiare di origini meridionali sono in attesa di ottenere le autorizzazioni necessarie per diventare a tutti gli effetti cittadini del nord.

Gennaro Strummolo (interpretato da un persuasivo Leopoldo Speranza) insegue questo sogno di integrazione e lo fa ricorrendo ad espedienti come la modifica del cognome da Strummolo a Strum per vantare origini nord europee. Alla sorella Addolorata (la sempre sontuosa Stefania Lamberti), invece, riesce difficile attuare questo distacco dalle proprie abitudini meridionali che ripropone puntualmente generando il disappunto di Gennaro.

La loro abitazione è frequentata spesso da un’assistente sociale Olga (efficace e convincente Marilena Albano) preposta ad “istruire” la famiglia ad acquisire l’identità nordista. La presenza del fidanzato di Addolorata, il neomelodico Ciro (energico ed incisivo Roberto Nolano), contribuisce a complicare ancora di più la realizzazione del sogno di Gennaro.

La storia è caratterizzata da un sovrapporsi di momenti di comicità travolgente pur affrontando argomenti terribilmente delicati e, se vogliamo, ancora di concreta attualità.

La regia di Leopoldo Speranza ha conferito il ritmo congruo che il testo richiedeva. Il risultato finale è una messinscena eccellente, piacevole grazie anche all’atmosfera di complicità, affiatamento e professionalità  evidenziati dalla compagnia. Particolari arrivati chiari e forti in platea.

I due atti sono stati preceduti dalle performance del Duo Sòria: la versatile chitarra di Peppe Pacelli e la duttile, pregevole voce di Maria Rosaria Pellino.

La Compagnia Oplontis riproporrà “Casa di Frontiera” domenica 14 maggio 2023 al teatro “Don Bosco”, presso l’Oratorio Salesiano in via Regina Margherita a Torre Annunziata, nell’ambito della Rassegna Teatrale “L’Arte degli incontri”.