A cura della Redazione
Caro direttore, l’ultimo numero del Tuo settimanale pubblica un’intervista rilasciata da Vincenzo Ascione (per oltre 10 anni amministratore della nostra città, nominato, il mese scorso, “coordinatore cittadino degli eletti” del Partito Democratico). Non è questa la sede per riflettere su quanto afferma Ascione, a proposito della linea politica del PD, anche se sarebbe irresponsabile non evidenziare la sovrapposizione (vizio ereditato che, purtroppo, si reitera) tra i compiti di una formazione politica e le funzioni attribuite all’Amministrazione Comunale: come se il ’93 non ci fosse mai stato e come se le vicende di questi giorni della Campania non riguardassero l’esigenza di una nuova etica e di chiare distinzioni di ruolo. Vorrei, invece, concentrare la mia attenzione sulle modalità di nomina di Ascione. Egli è stato nominato da un organismo non previsto e, pertanto, secondo procedure partorite dalla fantasia. Non dalle regole. Né l’evocato carattere di provvisorietà della sua funzione attenua l’assenza di legittimazione. Sarebbe stato certamente più corretto convocare gli organismi dirigenti cittadini di DS e Margherita, con il concorso delle rispettive rappresentanze istituzionali e dei candidati - residenti nella nostra città - alle Assemblee costituenti (nazionale e regionale) ed in quella sede definire sia un metodo sia candidature per attribuire funzioni provvisorie. Perché gli eletti di DS e Margherita avrebbero titolo e gli organismi dirigenti dei rispettivi partiti sono privati di questa funzione di rappresentanza? Chi lo ha stabilito? Sulla base di quali regole? Perché i capilista e non gli altri candidati? Spero di sbagliarmi ma ho l’impressione che il PD torrese, ancor prima di nascere, venga piegato a fini di parte ed a logiche di potere: uno strumento di stabilizzazione e di garanzia del patto che ha prodotto lo scioglimento del Consiglio Comunale precedente, la candidatura di Starita, la composizione della Giunta e la spartizione del sottogoverno. Ascione, inoltre, abbandonando ogni prudenza che la palese illegittimità della sua nomina dovrebbe consigliare, s’arrischia a definire anche le regole per aderire al PD. Nel mio caso si sbaglia. Ho già sostanzialmente aderito al PD, sono stato impegnato il 14 ottobre a favore delle liste che indicavano Letta come segretario, ho espresso il mio convinto voto. L’articolo 2 del testo base dello Statuto, licenziato il 9 gennaio scorso dall’apposita Commissione nazionale, indica due possibili profili - “aderente” e “partecipante” - per consentire la partecipazione alla vita democratica del PD. Io aderisco. L’articolo 2, purtroppo per il caro Enzo, non statuisce: “è necessario il permesso di Ascione”. Né ci sono emendamenti presentati in tal senso. Non nego che il mio giudizio sulla attuale Amministrazione sia un tema di discussione. Ma non dirimente circa l’adesione al PD. In tante città consiglieri che si oppongono a giunte di centrosinistra hanno aderito al PD. Sono, pertanto, questioni che vanno progressivamente affrontate e risolte; complessivamente. Io, da uomo di sinistra che ha subito un rovesciamento ordito da pezzi del suo stesso partito (ed Ascione tra questi), mi sono candidato in una coalizione che teneva insieme forze di centrodestra e di centrosinistra. Una candidatura di emergenza democratica. Alcuni l’hanno giudicata inopportuna. E’ un giudizio che rispetto, se espresso in buona fede. Oggi esercito la mia funzione di consigliere valutando gli atti amministrativi, senza una pregiudiziale ostilità e senza una preventiva acritica condivisione. Non mi guida la toponomastica politica (maggioranza o opposizione) bensì il merito delle scelte. Come credo dovrebbero fare tutti. Ho lasciato la Presidenza della Commissione Trasparenza proprio per impedire facili strumentalizzazioni. Sono al servizio delle Istituzioni e della mia comunità, nell’esclusivo interesse della gente. Mi batto per una città rispettosa dell’ambiente, sicura, moderna, civile. Viviamo questa condizione? Non mi pare proprio. Ho responsabilità anch’io? Certo, ho svolto per 20 mesi la funzione di Sindaco. Probabilmente Starita (Dirigente di partito, per 6 anni presidente della Multiservizi e poi mio Assessore) ed Ascione (per 10 anni Assessore) ne hanno qualcuna in più. Ma nessuno chiede epurazioni, rimozioni, impedimenti al libero esercizio della critica costruttiva, fatta per migliorare le cose. Altri hanno queste attitudini; ed Ascione e Starita lo sanno quanto me. Credo che il PD sia nato per favorire democrazia e partecipazione, nel rispetto delle regole, dell’onestà e della trasparenza. Nessuno è nato né censore né amministratore; qualche riflessione su scelte rischiose favorirebbe una valutazione meno disgustata dei cittadini. Io lavoro per dare il mio modesto contributo, con la passione ed il disinteresse personale che tutti mi hanno sempre riconosciuto. E continuerò a farlo. Nel PD. Luigi Monaco Consigliere Comunale