A cura della Redazione
Lo “sceriffo” contro il “signorino”, così sono definiti dai media. Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca contro il deputato Stefano Caldoro. Il primo è in corsa per il centrosinistra e il secondo per il centrodestra, entrambi alla conquista della presidenza della Regione Campania. Un recente sondaggio della Digis per Sky Tg24, effettuato il 6 marzo scorso, dava De Luca al 45 per cento delle preferenze e Caldoro al 50,5, con un margine di errore del 2 per cento. Tra le rispettive coalizioni, invece, il distacco era molto più ampio, con il centrosinistra al 41,5 per cento e il centrodestra al 54, oltre 12 punti di differenza, un divario quasi impossibile da colmare entro il 28 e 29 marzo, date stabilite per la consultazione regionale. Ma il problema per De Luca non è questo. Perché la legge elettorale attribuirà la vittoria a chi dei due riuscirà ad ottenere più voti dell’altro. E il sindaco di Salerno sta “rosicchiando” consensi, giorno dopo giorno, al parlamentare del Popolo della Libertà. La “forbice” tra i due, che al momento della discesa in campo di De Luca era di una ventina di punti a favore di Caldoro, ora si è ridotta, secondo il citato sondaggio di una settimana fa, ad appena 5,5 punti. Uno svantaggio potenzialmente recuperabile, soprattutto se gli elettori delle altre due liste di centrosinistra decidessero di utilizzare il voto disgiunto. Infatti Paolo Ferrero, della Federazione di Sinistra, è al 3 per cento e Roberto Fico, del Movimento a Cinque Stelle, è all’1,5. Se l’elettorato comunista e quello “grillino” votassero solo per le loro rispettive due liste ma dessero in gran parte le preferenze non ai loro leaders ma al candidato alla Regione per il centrosinistra, cioè a De Luca, il sorpasso di questi su Caldoro potrebbe essere possibile. Anche alla luce del fatto che il sindaco di Salerno gode di consensi trasversali provenienti sia da elettori del centrodestra e sia da chi, disaffezionato ultimamente alla politica o astensionista “cronico”, potrebbe far convergere sul decisionista De Luca i propri voti. Perché De Luca, considerato una persona determinata e caparbia, oltre che un ottimo sindaco della sua città, è molto stimato ed ispira fiducia, per aver trasformato Salerno, sotto il suo governo, in un “gioiello” ammirato da tutti, innanzitutto per le grandi trasformazioni urbanistiche e per l’avveniristica raccolta differenziata dei rifiuti al 75 per cento. Certo che se riuscisse nel “miracolo” diventerebbe non solo il presidente della Regione Campania, ma anche uno dei leader nazionali del centrosinistra ed acquisterebbe sempre più autorevolezza ed importanza in questo schieramento. E lo “sceriffo”, così denominato per il suo pragmatismo e per i modi un po’ bruschi nell’affrontare problematiche scottanti come quelle della prostituzione e degli extracomunitari irregolari nella sua città, ce la sta mettendo tutta per risalire la china e per sferrare un ko politico al suo avversario del centrodestra. Ci riuscirà? Il suo destino è nelle mani degli elettori della Campania, soprattutto di quelli “border line”, degli indecisi insomma, che saranno determinanti per sancire la vittoria dell’uno o dell’altro dei contendenti in campo. Ha ancora due settimane di tempo per recuperare terreno e dovrà farlo lottando non solo contro Caldoro, ma anche contro due liste di centrosinistra, obiettivamente di “disturbo”, perché sicuramente non potranno far eleggere Ferrero o Fico alla presidenza della Regione. Cosa accadrà? La parola alle urne, tra quindici giorni. SALVATORE CARDONE (Dal periodico TorreSette del 12 marzo 2010)