A cura della Redazione
E´ ormai aperta a tutti gli effetti la crisi che coinvolge l´Amministrazione comunale di Torre Annunziata. Dopo i Progressisti e Democratici, anche l´UdC, altro partito che ha sostenuto il sindaco, prende le distanze dall´esecutivo. In una nota, i tre consiglieri comunali Domenico Ossame, Pasquale Iapicca e Francesco Donadio, accusano il vicesindaco Ciro Alfieri ed il presidente dell´Assise, Ciro Portoghese, di "arroganza politica ed amministrativa". "Monocraticamente - scrivono i casiniani - hanno deciso di “cacciare” l’UdC dalla maggioranza. Tali imposizioni sono avvenute senza un adeguato confronto, nonostante, con spirito di responsabilità, l’UdC abbia cercato, per il bene della città, di portare avanti tematiche che non sono state mai accolte: messa in sicurezza degli edifici scolastici e progetti di riqualificazione urbana sono solo degli esempi di questa sordità. A questo punto - prosegue il comunicato - l´UdC dice basta!". Il partito, di cui fa parte lo stesso sindaco Giosuè Starita, "chiede l´azzeramento di tutte le cariche amministrative ed istituzionali". Allo stesso tempo, "si dichiara pronto ad aprire un nuovo tavolo con tutte le altre forze politiche presenti in Consiglio comunale che hanno a cuore gli interessi di Torre Annunziata. Il Gruppo consiliare, nel contempo, delega il Domenico Iapicca a rappresentare l’UdC in tutti i tavoli ed i confronti politici ed istituzionali che saranno attivati". La frattura, dunque, sembra essere divenuta insanabile. Il tutto comincia con le defezioni dei tre esponenti dell´UdC nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 1 luglio, allorquando si doveva discutere del futuro della Oplonti Multiservizi. La risposta della maggioranza non si è fatta attendere, con l´esclusione dalla riunione dei capigruppo proprio degli esponenti del partito di Casini e di Raffaele Izzo, di Orgoglio e Dignità, altra forza politica in aperto contrasto con l´attuale classe dirigente. Ormai scontata, a questo punto, è la scelta di procedere ad una "rivoluzione": o rimpasto o la sfiducia al sindaco ed alla sua giunta. A meno che la Commissione d´Accesso, che sta per concludere le sue indagini, non determini la chiusura anticipata dell´esperienza Starita bis.