A cura della Redazione
La politica torrese è nelle sabbie mobili. I partiti sono sprofondati nella palude dell’immobilismo e sembrano incapaci di prendere l’iniziativa, anche perché non si capisce più quale sia la maggioranza e quale l’opposizione. Lo stesso sindaco Starita, che si è avvicinato al centrosinistra e al Pd, di fronte alla disomogeneità del quadro politico e allo sfaldamento della maggioranza che lo ha eletto, ha preferito costituire un esecutivo tecnico, in attesa che si chiarisca la situazione. Ma l’errore più madornale lo sta commettendo il Partito Democratico, che non ha saputo cogliere fino in fondo la novità rappresentata da uno spostamento dell’asse politico verso il centrosinistra e sembra accontentarsi della giunta tecnica. Rinunciando nel contempo al ruolo di partito guida che dovrebbe assumere per imprimere una forte accelerazione all’attività dell’amministrazione comunale. E’ vero che a Torre Annunziata il Pd non ha le dimensioni di quello nazionale, in quanto non è più la prima formazione politica perché il suo gruppo consiliare è composto solo da due consiglieri. Ma è altrettanto vero che attorno al Partito Democratico gravitano altri due gruppi: quello dei Progressisti e Democratici e quello di Diritti e Libertà (ex IdV), rappresentati entrambi da due consiglieri comunali. Se ci fosse unità di intenti e di azione con loro, il Pd sarebbe di fatto il raggruppamento più numeroso in consiglio comunale. Senza considerare che la solida alleanza con Centro Comune, costituita da tre consiglieri, gli darebbe una autorevolezza tale da imprimere una svolta decisiva alla politica torrese. Perché partendo da questa situazione di forza potrebbe facilmente aprire un tavolo di trattative con altri partiti. E arrivare così ad un’intesa politico-programmatica che rappresenterebbe una solida base sulla quale costruire una nuova giunta, capace di imprimere un forte impulso ai progetti e alle iniziative utili allo sviluppo della città. E’ logico che ciò presuppone una maggioranza coesa e un forte sostegno al primo cittadino. Ma sono proprio questi i due punti dolenti che bloccano l’azione del Partito Democratico. Infatti, da un lato il Pd non è disponibile ad alleanze a largo raggio. Dall’altro lato, pur apprezzando la virata del sindaco Starita verso la propria sponda politica, preferisce tenersi distinto e distante dall’appoggio determinato e determinante a chi guida l’amministrazione. Il motivo principale, però, è che non intende essere protagonista di un nuovo ribaltone, dopo quello del 2010 che allora il Pd subì e fu fortemente critico verso Starita. Forse non comprendendo appieno il momento particolare in cui versa la città, sia dal punto di vista economico-sociale che da quello politico. Una situazione di emergenza che richiederebbe l’apporto di tutte le migliori energie, attraverso la costituzione di un governo di salute pubblica che non manchi all’appuntamento con i grandi progetti in itinere (Zfu, riqualificazione del porto, bretella, bonifica spiaggia della Salera, risanamento del fiume Sarno, risorse per la “buffer zone” dei siti Unesco) e di altri che potrebbero essere messi in cantiere e che necessitano tutti di una guida politica. Un atteggiamento attendista, quello del Partito Democratico, che rischia di fare indietreggiare le posizioni degli altri partiti verso la situazione politica di circa due anni fa, con la ricostituzione di una maggioranza che emarginerà di nuovo il Pd riducendolo al ruolo di ininfluente opposizione. Non è un caso che negli ultimi giorni il quadro politico è entrato in fibrillazione perché insofferente per il protrarsi del mandato della giunta tecnica, che si teme possa continuare ancora per chissà quanto tempo, cosa tra l’altro gradita al Pd. Nelle ultime ore, infatti, si sono intensificati gli incontri tra Centro Democratico e alcune formazioni politiche dell’ex maggioranza che da tempo non dialogavano più. Negli ambienti politici è circolata anche la notizia di una possibile sfiducia al primo cittadino, di cui sarebbe protagonista un parlamentare del centrodestra. Notizia non confermata, ma che potrebbe essere stata artatamente messa in giro per esercitare una pressione sul sindaco Starita inducendolo ad abbandonare la giunta tecnica. Pertanto se il Pd rimane sulle sue posizioni attendiste, non è escluso che si ricompatti la vecchia maggioranza, allargata semmai a qualche altra forza politica, e si ritorni a chiedere al primo cittadino la ricostituzione di una giunta politica. Sarebbe l’inizio di un nuovo e lungo “purgatorio” per il Pd che già da alcuni anni è lontano dalle stanze del potere. SALVATORE DE ROSA (dal settimanale TorreSette del 24 gennaio 2014)