A cura della Redazione
Rinasce il Partito Democratico. E vi aderisce innanzitutto il sindaco Giosuè Starita. In effetti, il suo è solo un “ritorno a casa”, nel senso che già faceva parte del Pd fino alla rottura del 2010, quando le loro strade si divisero per contrasti all’interno della maggioranza al governo della città. Da qualche mese, però, c’è stato un graduale riavvicinamento ed ora si è creata una nuova sintonia politica e programmatica tra Starita ed il partito di Renzi. Ma la sua non è stata un’adesione solitaria. Nel Pd sono confluiti anche i due candidati sindaco che gli si sono opposti alle elezioni comunali del 2012. E cioè Enzo Sica, consigliere comunale ed ex direttore generale del Comune con Cucolo e Monaco, che due anni fa ha guidato l’Alleanza Straordinaria tra il Pd e Centro Comune, di cui era il leader. E Antonio Gagliardi, ex segretario provinciale e presidente regionale di IdV, che era a capo del Nuovo Centrosinistra, e che ora è capogruppo di Diritti e Libertà in Consiglio comunale. Insieme a lui entra nel Partito Democratico l’altro consigliere di D&L, Luigi Cirillo. E quindi il Pd può adesso contare su cinque consiglieri comunali, in quanto oltre ai tre già citati, ci sono Raffaele Ricciardi (capogruppo) e Luigi Ammendola, già appartenenti ai Democratici. Le adesioni, però, non si limitano solo ai consiglieri, perché anche Salvatore Civaro, ex segretario cittadino dei Comunisti Italiani, e Andrea Fiorillo, ex consigliere, Massimo Manna e Luigi Colucci, già assessori, che erano stati tra i fondatori a Torre Annunziata di Sinistra Ecologia e Libertà, sono confluiti nel Pd. Quindi il partito è diventato il primo raggruppamento, per numero, in Consiglio comunale ma anche l’asse centrale della nuova maggioranza e della nuova giunta, che nasceranno prossimamente. Ora, però, dopo gli errori del passato, il Partito Democratico non deve disperdere questo straordinario patrimonio di energie, competenze e forze che lo hanno riportato a dominare la scena politica torrese. Nel senso che deve predominare, al suo interno, una forte unità basata sul rispetto delle idee e dei ruoli di quanti ne fanno parte, senza prevaricazioni e lotte interne. E soprattutto diventare un partito moderno, rimuovendo quel retaggio mentale “comunista” che ancora permane in alcuni suoi esponenti e che tiene a distanza di sicurezza molti altri simpatizzanti, altrimenti pronti ad iscriversi. Ma l’intento del Pd deve essere anche quello di rifondare un grande centrosinistra, allargato alle forze moderate, che si proponga di ritornare alla guida della città non con un cambio di maggioranza, come avvenuto adesso, ma con il consenso dei cittadini, alle elezioni comunali del 2017. La premessa di questo obiettivo si è vista lunedì scorso, nella sede del Partito Democratico, dove si è svolta un’iniziativa per illustrare le riforme fiscali del governo Renzi. E’ stata anche un’importante occasione per presentare tutti i nuovi aderenti al Pd al segretario provinciale Vincenzo Carpentieri, al senatore Vincenzo Cuomo, ai deputati Valeria Valente e Massimo Paolucci, al capogruppo alla Regione Raffaele Topo. E proprio a loro si è rivolto il capogruppo Raffaele Ricciardi nell’affermare che nella nascente coalizione che sosterrà il sindaco in questi ultimi tre anni del suo mandato, non ci sarà posto p er Centro Democratico. Ma ora il Pd è chiamato ad una difficile prova dei fatti e deve conquistarsi sul campo di battaglia dell’amministrazione il ruolo di leadership che ha assunto sul piano politico. (dal settimanale Torresette del 11 aprile 2014)