A cura della Redazione
Boom del Partito Democratico. Alle elezioni europee di domenica 25 maggio ha ottenuto un successo mai conseguito da un partito di sinistra in tutta la storia repubblicana. Una percentuale non molto lontana dal 50 per cento (45,85) che supera di cinque punti il dato nazionale. Oltre all’onda lunga del segretario nazionale e premier Matteo Renzi e all’ottimo lavoro svolto dai militanti locali del partito, un contributo a questo straordinario risultato è venuto anche dai nuovi ingressi nel partito di quattro consiglieri comunali e dello stesso sindaco Starita, il quale ha “convinto” più di un consigliere non appartenente al Pd ad appoggiare questa forza politica. Il capogruppo del Partito democratico Lello Ricciardi, in un suo intervento nel consiglio comunale di mercoledì 28 maggio, ha evidenziato che l’ottimo risultato raggiunto è la dimostrazione che gli elettori hanno condiviso il rientro del primo cittadino tra le fila del Pd. «Il sindaco - ha affermato Ricciardi - è stato presente in tutte le manifestazioni elettorali affianco ai candidati, esponendosi in prima persona in questa campagna elettorale per le Europee. Il pebliscito di voti ottenuto dal partito - ha concluso il capogruppo - è anche la prova evidente che l’adesione del sindaco Starita al Pd è stata bene accolta dagli elettori». Il pieno di voti ottenuto dal Partito democratico induce anche ad una riflessione. Conclusa la campagna elettorale, spetterà ora al Pd prendere le redini in mano per la costruzione di una nuova coalizione e squadra di governo. Ma lo dovrà fare anche in tempi rapidi “renziani, perché la città non può più attendere. E una nuova fase dovrà essere aperta anche all’interno del partito. Già c’è la convinzione di azzerare la segreteria per adeguarla alla nuova geografia che si è delineata con l’ingresso di altre forze politiche (ex IdV, Centro Comune, PdCI, una parte di Sel), del sindaco e di quattro consiglieri comunali. Ma forse sarebbe anche il caso di andare oltre. Si potrebbe prevedere, dopo il tesseramento per il 2014, un congresso straordinario per l’anno prossimo. Perché il nuovo Pd non è più quello che c’è stato fino a qualche mese fa e quindi la sua struttura andrebbe adeguata alla nuova realtà politica che si è delineata negli ultimi tempi. Potrebbe essere l’occasione per dimostrare l’avvio di un nuovo corso, e di una grande apertura mentale del partito. (dal settimanale TorreSette del 30 maggio 2014)