A cura della Redazione

La settimana scorsa, nella sede del Partito Democratico “Raffaele Di Sarno” di Torre Annunziata, si è tenuto un interessante dibattito su “Proteggere le istituzioni da infiltrazioni, corruzione e malaffare”.

Tra i presenti il segretario cittadino Giuseppe Manto, l’avvocato penalista ed ex amministratore Pierpaolo Telese, l’ex parlamentare Sandro Ruotolo, l’ex senatore Lorenzo Diana, la figlia del sindaco di Pagani trucidato dalla camorra, Annamaria Torre. Assente per impegno istituzionali l’europarlamentare, già procuratore antimafia, Franco Roberti.

Con il segretario Manto abbiamo parlato di sicurezza e di come rilanciare lo sviluppo del territorio, soprattutto in vista delle prossime elezioni comunali.

“La sicurezza – afferma Manto - è il presupposto fondamentale per il rilancio delle politiche di crescita culturale, della ricchezza sociale e civile, di reddito di questa comunità. Essa rappresenta - con le attività educative, le misure di sostegno sociale, la riqualificazione urbana e le scelte di sviluppo - uno dei pilastri su cui rilanciare il futuro di Torre. Abbiamo il diritto di sognare una città diversa e più bella, abbiamo il dovere di lavorare incessantemente per realizzarla. La lotta contro la criminalità per noi è una scelta consapevole, un obbligo politico ma anche un imperativo morale: siamo la città nella quale uomini e donne, giovani e persone mature, imprenditori e servitori dello Stato, madri e giornalisti hanno dato la vita per difendere la libertà dalla criminalità. È stata ed è enorme l’attività di Magistratura e Forze dell’ordine; anche nei giorni scorsi ci sono state importanti operazioni in città e nei comuni limitrofi. Ciò nonostante, permane un diffuso traffico di stupefacenti, sono attive le attività di riciclaggio e di usura, la narrazione popolare parla di una ripresa del racket”.

Quali sono i temi in cima all’agenda politica del partito?

“Riteniamo che i temi che dovremo affrontare con priorità sono quattro: le misure educative e formative; la sicurezza; lo sviluppo ed il sostegno al reddito dei ceti più disagiati; la riqualificazione urbana. La svolta deve riguardare tutti. La legalità dispone di un enorme potenziale che va coltivato e speso; solo così si può combattere la camorra, affinando gli strumenti tecnici a disposizione, potenziandoli, combinando la repressione, con la prevenzione, la cultura, lo sviluppo. Immaginiamo progetti pilota extrascolastici per i ragazzi dei quartieri più a rischio, sottraiamoli ad un destino segnato. Acceleriamo processi di trasformazione urbana affinché vi sia un impatto diretto sui livelli di sicurezza in talune aree, implementiamo le tecnologie per la sicurezza dando operatività alla rete di videosorveglianza, sosteniamo le esperienze associative per combattere usura e racket. Dalle Istituzioni e dalla politica, dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, del commercio e dell’impresa, dalla Chiesa, anche dalla stampa, il popolo di questa città si attende scelte coraggiose che alimentino una precisa speranza: un impegno comune e corale può determinare la sconfitta della camorra. Questa speranza va alimentata e tradotta in concretezza sapendo che ci attende una fatica lunga ed impegnativa”.

Sembra facile a dirsi, ma bisogna costruire le condizioni per un cambiamento radicale.

"Infatti molto dipenderà dalla crescita dello sviluppo, dalla capacità delle Istituzioni di essere coese ed efficaci, dal livello di repressione che sarà introdotto. Tra le sterili lamentazioni e le generiche petizioni di principio dobbiamo scegliere ed abbiamo scelto la strada più difficile: indicare con il programma proposte concrete, dichiarare con franchezza limiti ed errori, rivendicare con orgoglio le scelte che complessivamente come centrosinistra di governo (nel Paese, in Regione e nella città metropolitana) abbiamo messo in campo”.