A cura della Redazione
Savoia, Venditto "contesta" una sua intervista Aurelio Venditto non ci sta. L’esterno d’attacco del Savoia non manda giù alcune parti relative alla sua intervista apparsa in mattinata su un quotidiano locale. «L’altro giorno sono stato chiamato telefonicamente da un giornalista che mi ha chiesto di rilasciare alcune dichiarazioni ed io mi sono mostrato disponibile a farlo – così esordisce Aurelio Venditto (nella foto) -. Stamattina, però, sulle pagine del giornale le mie parole sono state modificate nel senso del discorso, mostrando qualcosa di diverso a quanto era mia intenzione dire. Non ho mai detto che i tifosi “non ci hanno apprezzato e ci hanno denigrato in tutti i modi”. Sono un torrese e so quanto questa tifoseria sia legata al Savoia. Ho soltanto detto che mi è dispiaciuto che si sia creata una rottura con parte della tifoseria. Purtroppo chi era a capo della società non ha mantenuto le promesse fatte a noi giocatori – precisa il calciatore - e questo è stato girato ad arte contro di noi, facendo credere ai tifosi che eravamo noi a tirarci indietro. Ci ha fatto male essere chiamati mercenari. Ho sempre desiderato indossare questa maglia, ed aver giocato con il Savoia è stato un onore. Non a caso gli ultimi mesi siamo andati in campo proprio per amore della casacca bianca, senza percepire alcun compenso economico». Venditto, che proprio nella conferenza stampa di fine campionato, evidenziando la sua correttezza morale ed umana, aveva chiesto scusa a tutti, tifosi e giornalisti compresi, per alcuni episodi accaduti durante l’anno, non accetta un’altra parte dell’articolo. «Mi sembra poco corretto commentare una mia risposta con “sull’attuale situazione societaria preferisce stendere un velo pietoso l’esterno del Savoia...”. Non è bello tutto ciò. Ecco perché io ci tengo che i tifosi sappiano quanto li rispetti, quanto sia legato a questa casacca e quanto abbia dato per il Savoia. Sono un torrese, un tifoso del Savoia. Questo è il mio vero messaggio».