La cura Falcone funziona. Seconda vittoria di fila dell’Oplontina contro un avversario scorbutico, l?Eden Acerra, che ha disputato un’ottima gara, mettendo a dura prova i nervi di Ferrante e compagni. A fare la differenza le parate strepitose di Fabiano e la maggiore concretezza in fase offensiva.
Ad aprire le marcature è Cerbone, lasciato colpevolmente libero su calcio di punizione battuto da Fardello. Subito dopo Iazzetta, sempre tu tiro da fermo, sfiora il raddoppio. I padroni di casa pareggiano su calcio di rigore battuto da Nenè: la dedica ad un familiare ammalato gli costa il cartellino giallo. Gli ospiti mantengono il baricentro alto. Cerbone approfitta di un disimpegno errato e sigla il raddoppio. Pochi minuti dopo Ferraioli ha l’occasione del possibile pareggio. Il suo tiro libero viene deviato in corner da Rivista. Sul successivo angolo il piattone di Ferrante rimette l’incontro in equilibrio. Nella ripresa la gara segue lo stesso canovaccio del primo tempo. Cerbone, autentica spina nel fianco dell’Oplontina, anticipa Fabiano in uscita e mette la palla nel sacco. Qualcuno sugli spalti inizia a temere il peggio. Ci pensa il ritrovato D’Ammora a tranquillizzare tifoseria e dirigenti. De Rosa, tra i migliori dei suoi, pesca il jolly con un tiro dalla distanza. L’Oplontina, a questo punto, cambia marcia e con un pressing asfissiante chiude gli acerrani nella propria metà campo. Su azione di rimessa Esposito è bravo a finalizzare.
La gara è più aperta che mai. Le azioni si susseguono da una parte e dall’altra parte a ritmo frenetico. Questa volta, però, la fortuna strizza l’occhio ai vesuviani. D’Ammora si ritrova al posto giusto nel momento giusto: la sua conclusione manda in visibilio il folto pubblico presente. L’Eden si affida, senza successo, al portiere di movimento. Ferraioli chiude la partita con un tiro libero preciso e angolato. Finisce con l’esultanza dei padroni di casa che dedicano la vittoria al presidente onorario per la prima volta sugli spalti. Acerrani ben messi in campo, forse un po’ precipitosi in alcuni momenti; vesuviani più cinici, ma c’è ancora tanto da lavorare.