I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno eseguito, nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia, le misure cautelari personali nei confronti della ex responsabile anti-corruzione della Regione Calabria e di un’imprenditrice del settore turistico con attività a Ricadi (Vibo Valentia), entrambe indagate per corruzione. Sono state condotte ai domiciliari.
Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura.
La dirigente ha 57 anni ed è in servizio presso il dipartimento “turismo, beni culturali e spettacolo” della Regione Calabria. All’epoca dei fatti era anche responsabile regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione. L'imprenditrice, invece, è una 67enne. Le attività investigative hanno consentito di riscontrare come la dirigente regionale avrebbe comunicato all’imprenditrice ricadese informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati e forniva alla stessa anche attività “consulenziali”. Stando alle risultanze investigative delle Fiamme Gialle, inoltre, ci sarebbero stati inoltre incontri informali appositamente organizzati, nei quali la 57enne prospettava all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero.
In un caso (per il quale l’imprenditrice è indagata in stato di libertà anche per concorso in falso ideologico), la dirigente, cosciente del fatto che il villaggio turistico della 67enne aveva già usufruito di un contributo da 200 mila euro per il “miglioramento ed ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, nelle more della pubblicazione di un ulteriore bando precluso all'azienda, in quanto già destinataria di tale tipologia di fondi, avrebbe promosso la partecipazione dell’impresa, che in concreto gestisce il villaggio, riconducibile sempre alla imprenditrice seppure formalmente intestata a terzi.
Altra fattispecie che emergerebbe dall'inchiesta, è l'adoperarsi della dirigente per liquidare a favore della imprenditrice, il prima possibile, un SAL (Stato Avanzamento Lavori) di oltre 130 mila euro. Siccome per un errore contenuto in una scheda tecnica l’effettiva liquidazione scese a 124 mila euro, la dirigente si sentì in dovere - secondo le indagini - di spiegare alla 67enne che l’errore non era dipeso da lei.
A fronte di tali “servigi”, la dirigente avrebbe, unitamente ai propri familiari, usufruito di un soggiorno di 5 giorni a Firenze, di un soggiorno nel villaggio di Ricadi nonché beneficiato di diversi pranzi e di varie donazioni di vino.
Nella vicenda si ipotizza il concorso con la dirigente regionale di un ingegnere (consulente esterno deputato al controllo dei finanziamenti erogati dalla Regione al settore turistico) la cui posizione dovrà essere valutata dal giudice con riferimento alla richiesta di sospensione dall’incarico di collaboratore dell'Ente avanzata dai p.m. titolari delle indagini.
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