Oltre 130 militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze impegnati in una vasta operazione di polizia giudiziaria sull’area fiorentina, nell’ambito della quale è stata data esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo toscano su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 soggetti: 7 destinatari di custodia cautelare in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 5 ai quali è stato prescritto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sono ritenuti appartenenti a due gruppi criminali, risultati essere strutturati per l’esercizio abusivo dell'attività finanziaria con carattere di transnazionalità e il riciclaggio di denaro di provenienza illecita, in particolare riveniente dallo spaccio di stupefacenti.
Le indagini, svolte dal Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Firenze sotto la direzione del Sostituto Procuratore Ester Nocera, hanno preso avvio dall’analisi di flussi finanziari connessi all'approfondimento di numerose segnalazioni di operazioni sospette nei confronti di soggetti di etnia marocchina, a seguito delle quali è stata accertata l'esistenza di due gruppi organizzati che si occupavano di raccogliere e trasferire somme di denaro tra l’Italia ed il Marocco.
Le investigazioni delle fiamme gialle fiorentine hanno permesso di rilevare l'esistenza di due vere e proprie "banche" abusive con “sportelli” presso esercizi commerciali del Centro storico di Firenze: la prima era gestita da due fratelli, più un sodale, e la seconda da altri tre soggetti, sempre di origine marocchina. I gruppi, tra il 2017 e il 2018, sono stati in grado di trasferire illecitamente somme di denaro, di provenienza illecita, per un importo complessivo di circa 5 milioni di euro.
Alcune operazioni “bancarie” si svolgevano presso punti di ritrovo nei quartieri cittadini di Campo di Marte e Gavinana-Galluzzo. Il tutto senza impiegare i canali del sistema bancario e finanziario di trasferimento, così come previsto dalla normativa, ma avvalendosi di altri sistemi di comunicazione: utilizzando “whatsapp”, bastava, per esempio, inviare l’immagine fotografica di un’“attestazione” della somma di denaro che doveva essere consegnata al beneficiario in Marocco e i funzionari delle “filiali” nord-africane del particolare “istituto di credito” provvedevano a consegnare, sul posto, al destinatario il “bonifico” a suo favore effettuato dall’Italia. I gruppi criminali trattenevano tuttavia commissioni “bancarie” che raggiungevano frequentemente una percentuale pari al 20% dell’importo trasferito.
Effettuate anche 36 perquisizioni domiciliari e locali nelle province di Firenze, Brescia, Massa Carrara e Lucca. Sono 23 in tutto le persone e indagate, residenti, oltre che a Firenze, nei comuni di Fucecchio, Sesto Fiorentino, Signa, Figline Valdarno, San Casciano Val di Pesa, Massarosa (LU), Massa (MS) e Desenzano del Garda (BS).