A cura della Redazione

Contrabbando di tabacco e sigarette, sequestro da oltre una tonnellata. La Guardia di Finanza di Rieti ha notificando 11 avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Avezzano nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indiziati di appartenere o essere collegati, a vario titolo, a un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacco lavorato e sigarette.

L’attività investigativa, avviata a seguito di un accertato smercio illegale di sigarette artigianali sul territorio della provincia di Rieti, ha consentito di risalire a un articolato sodalizio criminale, insediato nell’Avezzanese e collegato a imprenditori tabacchicoli dislocati in Campania, che distraevano dai canali commerciali aziendali ingenti quantitativi di tabacco, destinandoli ai complici e contrabbandieri avezzanesi per la successiva lavorazione in sigarette e/o in tabacco trinciato da fumo.

Nel corso delle indagini, svolte con il supporto del Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata (SCICO) della Guardia di Finanza di Roma e con l’ausilio dei finanzieri della Compagnia di Avezzano, sono stati sequestrati 1.250 kg circa di tabacco grezzo e lavorato, 110.000 filtri per la preparazione di sigarette di contrabbando e svariati macchinari per la lavorazione e il confezionamento del prodotto, rinvenuti all’interno di locali opportunamente adibiti alla lavorazione illecita.

I pedinamenti effettuati hanno permesso di appurare come gli indagati, per spostare i carichi di tabacco, si avvalessero anche di “staffette” per verificare che il percorso fosse sgombero dalla presenza di pattuglie delle forze dell'ordine. Su una di tali vetture, accertata in un’occasione anche la presenza di un bambino di 6 anni.

Individuata inoltre una rete contrabbandieri di rango inferiore, che operavano in sinergia con la consorteria criminale, dalla quale acquistavano quantitativi di svariate decine di kg di tabacco già lavorato, nonché macchinette e filtri per la preparazione di sigarette, per ulteriori attività di smercio al ‘minuto’ sul territorio abruzzese, laziale (provincia di Frosinone) e campano (provincia di Napoli).

Le indagini hanno consentito di ricostruire che gli indagati, dal 2018 al 2020, avrebbero contrabbandato almeno altre otto tonnellate di tabacco, oltre a quello sottoposto a sequestro, sottraendo complessivamente all’Erario - a titolo di Accisa e IVA - imposte per quasi un milione e mezzo di euro, attuando una grave concorrenza sleale al settore della rivendita di tabacchi.

Tra i 60 ed i 100 euro al chilogrammo il ricavo ottenuto dalla vendita del tabacco lavorato, con un profitto annuo stimato in non meno 300.000 euro, anche sulla spinta della crisi economica legata alla pandemia Covid-19, che ha spinto numerose persone sul mercato cosìddetto “parallelo” per l’acquisto a prezzi più bassi di sigarette, nel caso di specie non sottoposte a controllo e potenzialmente più dannose per la salute.

L'attività illecita, oltre ad alimentare il fiorente mercato contrabbandiero sui territori di Lazio, Campania e Abruzzo, si estendeva a numerose altre regioni del territorio nazionale dalle quali gli acquirenti ordinavano all’associazione il ‘prodotto’ lavorato già pronto per essere fumato.