A cura della Redazione

La Polizia di Stato di Perugia ha proceduto al fermo di indiziato di tre cittadini albanesi. Tutti sono gravemente indiziati, a vario titolo, ed in concorso tra loro, dei reati di sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata ai danni di una giovane donna di 18 anni originaria della Costa d'Avorio.

Le indagini sono state avviate quando gli agenti, intervenuti su richiesta della donna in Strada del Pantano, l'hanno trovata riversa a terra, molto scossa e piangente, con a fianco, poggiato al suolo, un coltello da cucina.

La giovane è stata trasportata da personale del 118 presso il locale Pronto soccorso e, successivamente, ricoverata presso il reparto di ginecologia e ostetricia. Le immediate attività di indagine svolte dalla Squadra Mobile di Perugia, anche con il contributo dichiarativo della vittima, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto alla giovane nelle ore precedenti il suo ritrovamento.

Un cittadino albanese, che la giovane donna aveva conosciuto tempo addietro, si sarebbe offerto di accompagnarla da un Comune in provincia di Arezzo, luogo di dimora della donna, a Firenze. L’avrebbe poi prelevata dalla propria abitazione, portandola, con una banale motivazione, presso un appartamento a Perugia - zona del Pantano - all’interno del quale sarebbero stati presenti altri due connazionali. Qui la donna sarebbe stata costretta ad ingerire alcolici in ingente quantità e ad assumere ripetutamente cocaina. Successivamente, la vittima sarebbe stata condotta nella camera da letto, spogliata interamente e violentata a turno da due degli aguzzini. Dopo la violenza subita, la ragazza si sarebbe impossessata di un piccolo coltello, cercando di fuggire, ma sarebbe stata disarmata e riportata all’interno dell’abitazione da uno dei suoi aguzzini che l’avrebbe afferrata al collo. Solo dopo, approfittando di un attimo di distrazione dei suoi carcerieri, sarebbe riuscita a scappare, chiedendo l’intervento delle Forze dell’Ordine.

A quel punto, i tre albanesi, accortisi che la donna era al telefono per chiedere aiuto, sarebbero scappati a bordo di un’autovettura. I tre soggetti sono stati condotti presso il locale carcere di Capanne. In sede di convalida dell'arresto, richiesta dalla locale Procura della Repubblica, il Giudice per le indagini Preliminari, ritenendo sussistenti i gravi indizi raccolti, ha applicato la misura della custodia agli arresti domiciliari per due degli indagati, nonché l’applicazione congiunta dell’obbligo di dimora con divieto di uscita notturna e dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il terzo.