A cura della Redazione
Ecco, ci siamo. Partono le “novità nazionali”. Qualcuno si è chiesto se siamo pronti? In realtà no, ma questo non fa testo, visto che la campagna pubblicitaria, promossa dal Forum Nucleare Italiano, è già arrivata facendo quasi sperare in una nostra scelta. “Nucleare sì o no?”. Uno spot niente male, che entra in punta di piedi nelle nostre case “spiegandoci” i falsi pro di questa nuova energia. Uno spot manipolato, che in realtà vuol dire agli italiani “sì o no, il nucleare si avrà”. Come prendere una posizione se in molti non sanno cosa vuol dire energia nucleare? E come spiegare ai nostri concittadini la negatività di questo falso progresso, in uno scenario in cui a stento si ha un’Amministrazione comunale, dove se si respira un po’ di più si rischia di inalare aria tossica prodotta dai rifiuti? Per noi sarebbe un’ennesima “mazzata”. Ed ecco che bisogna scrivere un articolo per noi, per spiegare in parole semplici cosa sia l’energia nucleare e quali siano i reali pro e contro. A molti può risultare un problema lontano anni luce da noi torresi. Invece no. L’Italia non è ancora divisa. Ad aiutarci in questa “illuminazione”, abbiamo coinvolto l’ingegnere Francesco Tufano, docente in pensione dell’Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” di Torre Annunziata, che ha fornito le giuste nozioni utili ai lettori. Ing. Tufano, in cosa consiste l’energia nucleare? Da dove deriva? «La fissione nucleare è una reazione in cui il nucleo di alcuni elementi pesanti come uranio e plutonio, si spezza in piccoli frammenti. Questa rottura del nucleo provoca la liberazione di grandi quantità di energia. La fissione permette all’uranio (metallo), di produrre energia termica che successivamente viene convertita in elettrica. Per poter utilizzare l’uranio nei reattori d’acqua leggera bisogna arricchirlo, portando la percentuale dal 3 al 5 per cento. Il processo di arricchimento, però, è complesso e viene effettuato solo in pochi impianti al mondo. La generazione più recente di reattori nucleari è la cosiddetta generazione III+, il cui capostipite è il reattore EPR (reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata), progettata da Areva, azienda francese, leader nelle tecnologie nucleari. Lo stesso reattore che è in realizzazione in Finlandia dal 2005 e che non è ancora stato realizzato, comportando costi aggiuntivi e tempi più lunghi del previsto». Quanto costa realizzare una centrale nucleare? «Posso dire che il costo è di 9-10 volte superiore rispetto ad una centrale tradizionale. Il che, tradotto in termini economici, vuol dire 4-5 miliardi di euro per una sola centrale, con tempi di costruzione che vanno dai 7 ai 10 anni, senza anomalie». In termini economici, qual è la ripercussione sulle famiglie italiane? «Sul piano strettamente economico, è stato calcolato che per ammortizzare i costi iniziali dell’installazione delle tre centrali in Italia, il chilowattora dell’energia elettrica dovrà aumentare del 18 per cento rispetto a quello tradizionale. Ne vale la pena? Verrebbe da dire che se non ci fossero svantaggi, il gioco varrebbe la candela» Quali sono questi svantaggi? «La storia ha già dimostrato la gravità delle conseguenze degli incidenti alle centrali nucleari. Chernobyl, ci dice qualcosa? Sì, perché le radiazioni a cui la popolazione viene esposta causano un maggior rischio di morte per leucemia e tumore. Certo che una centrale nucleare non emetterebbe anidride carbonica e ossidi di azoto e zolfo, cause principali del buco nell’ozono e dell’effetto serra, ma ci lascerebbe scorie radioattive, visto che, al momento, non esistono centri di stoccaggio dove poter smaltire le scorie. I rifiuti radioattivi si dividono in tre categorie. Alla terza appartengono quelli che restano attivi per migliaia di anni e la centrale nucleare produce ogni anno circa nove metri cubi di questa categoria. Altro danno alla salute pubblica». Eppure, l’energia nucleare qualche vantaggio dovrà pure apportarlo... «Senza dubbio, uno dei vantaggi delle centrali nucleari potrebbe essere la stabilità politica, perché ciò ridurrebbe la dipendenza occidentale dal petrolio mediorientale, ma è anche vero che la localizzazione di centrali nucleari comporterebbe proteste locali e terrorismo. Si vedano le proteste antinucleari del 2003 in Sardegna, Puglia, Basilicata. E la sicurezza? Lo spot dice che non ci sono dubbi. E’ sicura. Allora perché in Francia ci sono stati degli incidenti durante il trasporto di scorie e materiali nucleari? Perché i mezzi di rimozione sono scortati dai carri armati? E perché la popolazione insorge? Ci sarà un motivo. Non vogliono altri elementi tossici nei loro territori». Se all’Italia interessa tanto la dipendenza dal petrolio mediorientale, perché non fa riferimento allo sviluppo dell’efficienza energetica? «Qualcuno ha mai sentito parlare di pannelli solari, caldaie a condensazione, pompe di calore o delle fonti di energia alternativa come quella eolica? Sono le fonti che prevedono, tra l’altro, delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico. L’agevolazione consiste nel riconoscimento di detrazioni d’imposta nella misura del 55 per cento delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo di detrazione, diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti. Si tratta di riduzioni dall’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) e dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardano, in particolare, le spese sostenute per: la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; il miglioramento termico dell’edificio (finestre, comprensive di infissi, coibentazioni,pavimenti); l’installazione di pannelli solari;la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti residenti e non residenti, i condomini, gli inquilini, chi detiene l’immobile in comodato». Il sito www.agenziaentrate.gov.it potrebbe schiarirci le idee. Un sito di certo non pubblicizzato come quello del Forum Nucleare Italiano. Ma perché? La dice lunga lo spot televisivo. Una partita a scacchi. Noi siamo le pedine. Pronte ad essere mangiate dal re. Prendere posizione? Lo si deve fare, ma scegliere si può ancora? Se solo si mostrasse la realtà dei fatti, il gioco lo condurremmo noi. ENZA PERNA (Dal settimanale TorreSette del 28 gennaio 2011)