A cura della Redazione
L’Amministrazione di Pompei chiede un mese di tempo per studiare la validità del Grande Progetto fiume Sarno. A sua volta, il Comune di Torre Annunziata vuole garanzie in termini d’impatto ambientale. Per il tavolo tecnico del M5S tutto questo non basta, perché i sindaci delle due città vesuviane, Nando Uliano e Giosuè Starita,i devono scoprire le carte sulla mega-oprra, lasciando intravedere le loro reali intenzioni su imponenti interventi infrastrutturali di difesa dalle inondazioni fluviali, che godono di un finanziamento mirato della Comunità Europea. In primis, il progetto è in alcuni punti (si pensi alla cementificazione invasiva) in contrasto con gli obiettivi di riqualificazione del territorio previsti dal progetto Grande Progetto Pompei (sono tutti grandi a causa dei molti soldi in gioco) che punta al rilancio paesaggistico di tutta l’area limitrofa ai siti archeologici vesuviani che godono dell’imprimatur Unesco. La conferenza dei servizi della Regione Campania dell’8 ottobre scorso, ha deliberato sul primo lotto dei lavori del Grande Progetto Sarno che interessa i comuni di Scafati, Pompei, Castellammare e Torre Annunziata. In quell’occasione sono state rilasciate alcune dichiarazioni. Il Tavolo Tecnico Sarno del MoVimento 5 stelle (presieduto da Virginia La Mura e Orfeo Mazzella) ha focalizzato l’attenzione sui pareri rilasciati dai sindaci di Torre Annunziata e di Pompei. Il primo chiede più tempo per confrontarsi con la società civile del territorio e la stessa amministrazione oplontina, anche in funzione del Grande Progetto Pompei. Da parte sua, il comune di Torre Annunziata ribadisce la posizione precedente introducendo elementi di novità. Riguardo al trasporto di rifiuti e/o acque luride e contaminate, e ad una nuova proposta progettuale, il Tavolo Tecnico del M5S esige la massima trasparenza, dal momento che già dal 2013 ha varato una proposta alternativa relativamente al tratto che va dalla Vasca Cicalesi alla foce del Sarno. Parliamo della proposta dell’ingegnere D’Amato, innovativa e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che idraulico e culturale, in quanto comporta la riqualificazione delle aree degradate di pertinenza archeologica. E’ una proposta che è stata portata all´attenzione dell’Arcadis. La posizione del comune di Torre Annunziata adombra il recepimento della proposta del Tavolo Tecnico, cosa che non può fare che piacere agli interlocutori perché vuol dire che si stanno raccogliendo i primi frutti di una dura e disinteressata battaglia. Si attende la conferma dai fatti. Nel frattempo siamo alla vigilia della sentenza del TAR del 23 ottobre sulla fattibilità del Grande Progetto Sarno, relativamente alla compatibilità ambientale. Ricordiamo che il ricorso al Tribunale Amministrativo, promosso dai comitati contrari alla realizzazione della seconda foce, qualche mese fa sospese le opere già avviate. Successivamente l’attività di sensibilizzazione dei comitati e del M5S alla problematica ambientale, di sicurezza e di paesaggio ha cambiato gli equilibri tra favorevoli e contrari, a netto favore dei secondi. A tutt’oggi i comuni di Torre Annunziata e Pompei non hanno sottoscritto il ricorso. «Ecco il motivo che induce a chiedere ai due sindaci di scoprire le carte -argomentano in comunicato La Mura e Mazzella -. Se davvero tengono al bene del loro territorio devono interloquire con il Movimento 5 Stelle”. Nella conferenza stampa dei comitati del "no" alla seconda foce che si è tenuta oggi a Torre Annunziata, La Mura e Mazzella hanno inteso spiegare alla popolazione di una vasto territorio (un bacino d’utenza di circa 800 mila persone) gli interessi in gioco nella realizzazione del progetto contro le sacrosante aspettative di completare la bonifica di un corso d’acqua che in termini di pericolosità per la salute, probabilmente, batte anche la Terra dei Fuochi (di tanto si è detto scientemente convinto il professore Antonio Giordano, noto scienziato impegnato in ricerche sul cancro presso centri universitari americani, che è stato intervistato presso il centro Commerciale la Cartiera dopo una sua conferenza). Il Tavolo Tecnico Sarno”ha creato un dossier d’informazioni, documenti e dati aggiornati sullo “stato di salute” del fiume più inquinato d’Europa e della sfortunata popolazione di un territorio in stato di continua emergenza. Il problema di fondo sono la cronica persistenza dell´inquinamento della Valle del Sarno ed il dissesto idrogeologico frutto della ciclica politica dell’emergenza. La Mura e Mazzella, artefici della conferenza stampa, propongono un approccio innovativo al tema della mitigazione del rischio idraulico, ponendolo come immediato corollario di una riqualificazione fluviale. «In questi venti mesi, noi del Tavolo Tecnico abbiamo predisposto un dossier sulla situazione del bacino idrografico del fiume a cui hanno partecipato esperti del settore insieme a cittadini comuni». Hanno riferito i due professionisti. L’argomento è stato oggetto di interrogazioni parlamentari e di continue mobilitazioni popolari (Sarno Tour, e raccolta di firme presentate alla Presidenza della Regione Campania). «La nostra convinzione è che il progetto Arcadis nasce vecchio perché basato su studi effettuati oltre quindici anni fa (una eternità, in campo di difesa del suolo, ndr) – sostiene Virginia La Mura -. L’iniziativa di mitigazione del rischio idraulico in questo modo potrebbe aumentare il danno senza risolvere a fondo i problemi, mentre si dovrebbe evitare la cementificazione e la costruzione di vasche di laminazine colabrodo o comunque pericolose». La soluzione proposta riguarda la gestione innovativa delle acque meteoriche insieme ad una serrata lotta alla illegalità, con opportuni divieti ed abbattimenti o delocalizzazione di manufatti in aree a rischio esondazione. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2