A cura della Redazione
Assemblea pubblica dei disoccupati di Torre Annunziata. Questa mattina il collettivo si è riunito in piazza Nicotera, nei pressi di Palazzo Criscuolo, per chiedere lavoro e dire "no" alla precarietà. Presenti anche alcuni studenti delle scuole cittadine. E´ da una settimana che i disoccupati conducono la loro battaglia stazionando regolarmente nelle vicinanze della sede del Comune. Nei giorni scorsi, ci sono stati anche diversi momenti di tensione culminati con la protesta del 26 marzo scorso, che impedì lo svolgimento del Consiglio comunale. «Dalla politica non abbiamo ricevuto nulla in tanti anni di promesse - spiega Ciro, uno dei manifestanti -. Dobbiamo lottare per i nostri diritti, vogliamo dignità e lavoro. E´ necessario attivare un percorso di mobilitazione costante, che coinvolga tutti, giovani, disoccupati, anziani. Dobbiamo scendere in strada e parlare con la gente, andare nei quartieri poveri e degradati della città. Bisogna fare rete, responsabilizzarci tutti. Occorre concretezza nella nostra battaglia, senza però mai sfociare nella violenza. La lotta sarà lunga, dura e difficile. Ma la causa è giusta: più dignità per tutto il popolo torrese. La delinquenza e la camorra - ha concluso - si combattono con il lavoro». Critiche dai disoccupati giungono per lo sgombero del gazebo allestito in piazza Nicotera, sorto per sensibilizzare l´opinione pubblica sulla protesta. «Lo hanno fatto perché vogliono farci passare tutti per delinquenti - dicono i disoccupati -, mentre loro (in riferimento ai politici, ndr) sarebbero i buoni». A parlare è anche Luciano Donadio, candidato sindaco alle elezioni comunali del 2012 e leader del movimento "Insieme per Torre". «Sono qui per esprimere la mia vicinanza e solidarietà - ha affermato Donadio -. Oggi non siamo in tanti qui, ciò significa che le altre 27 mila persone di Torre Annunziata che non lavorano non sentono il bisogno di combattere. Ritengo, invece, che sia necessario lottare, organizzare comitati e sottoscrizioni per porre al centro del dibattito politico e sociale la questione lavoro. Il lavoro non c´è perché la politica mira ad interessi individualistici. Ci accontentiamo dei pacchi alimentari prima delle elezioni e tutto sembra andare bene». L´attenzione di Donadio si sposta poi sugli imminenti lavori di riqualificazione del porto, con lo stanziamento di 33 milioni di euro da parte della Regione Campania. «E´ una grande opportunità per la città - ha spiegato -. Ci impegneremo affinché le ditte alle quali sarà assegnato l´appalto assumano i disoccupati torresi in grado di poter svolgere determinate mansioni. Istituiremo una commissione permanente sui lavori al Porto per garantire occupazione alla manodopera locale». A prendere la parola è anche Ada Ferri, presidente dell´associazione Catena Rosa, che si batte per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. «Le donne sono le più penalizzate dalla crisi - ha dichiarato -. Sono le prime vittime di questa situazione. Spesso vengono discriminate sui posti di lavoro e sono le prime ad essere licenziate. Noi lottiamo per garantire pari diritti alle donne». La questione sociale a Torre Annunziata, determinata dalla cronica assenza di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, è al centro della discussione. Proprio agli studenti arriva l´invito a creare un coordinamento di tutti gli Istituti scolastici cittadini per portare avanti la battaglia sul futuro. «Siete voi i più penalizzati dalla crisi - afferma Luigi rivolgendosi ai ragazzi -. Le persone ormai sono macerie sociali. A Torre Annunziata è stata distrutta in trent´anni un´intera economia industriale. Non vogliamo la carità ma fatti concreti. Ci dicono che ci sono le risorse economiche ma nulla qui riparte. Allora, proponiamo di affidare ad un Commissario prefettizio la gestione diretta dei soldi da utilizzare per lo sviluppo e l´occupazione». Dopo circa un´ora l´assemblea si conclude. I disoccupati non desisteranno e sono pronti a continuare la loro protesta. In programma c´è l´organizzazione di una grande manifestazione nelle prossime settimane. Con la speranza che qualcuno dia finalmente risposte. (d. g.)