A cura della Redazione

“Il coraggio del futuro - Torre Annunziata tra memoria, verità e racconto". E' questo il titolo del convegno svoltosi nell’Aula Magna del Liceo Artistico “de Chirico” nel pomeriggio di martedì 4 aprile, moderato dal preside Felicio Izzo. «Nel sottotitolo (del convegno ndr) c’è la chiave di comprensione. Torre Annunziata viene riproposta attraverso la memoria, la verità e il racconto - introduce il dirigente scolastico -. La memoria è l’unica cosa che rende la realtà umana eterna». Tra gli ospiti, anche la presidentessa dell'Osservatorio comunale per la Legalità, Carmela Sermino, Michele Del Gaudio, referente cittadino del presidio oplontino di Libera "Raffaele Pastore e Luigi Staiano", Don Antonio Carbone insieme ai suoi ragazzi della comunità-alloggio "Mamma Matilde".

La Lars Crew, band musicale dell'Istituto, suona un brano inedito dal titolo “Waterfalls of my soul” (Le cascate della mia anima). Successivamente vengono proiettati spezzoni del cortometraggio - sempre realizzato dai ragazzi del de Chirico - sulla “Strage di Sant’Alessandro”.

La parola va a Giuseppe Auricchio, già commissario di Polizia ed assessore alla Sicurezza, ed attuale responsabile Anticamorra del Comune oplontino. Auricchio racconta la storia della camorra a Torre Annunziata prima della strage. «Sono qui perché sono testimone di sette lustri in questa città», arrivando poi alla storia del contrabbando di sigarette che ha imperversato in città nei decenni addietro. «Quando sono arrivato a Torre Annunziata erano gli anni in cui la criminalità era molto attiva, tra contrabbando di sigarette e droga. La città divenne la capitale dello spaccio». Infine, ricollegandosi alla strage di Sant’Alessandro, conclude ricordando Giancarlo Siani e tutte le vittime innocenti della camorra. «Oggi sono migliorate le condizioni di vita anche grazie a persone come Felicio Izzo e Benito Capossela (quest'ultimo, dirigente scolastico del Liceo Pitagora-Croce, ndr), grazie al loro impegno nelle scuole dove si parla sempre di più di legalità. Ognuno di noi può fare il proprio dovere». Felicio Izzo ricorda che «oltre la scuola anche lhanno fatto e fanno ancora la loro parte».

Altri Intermezzi musicali con i ragazzi che hanno cantato “Don Raffaé” di Fabrizio De André, e “Napul’è” di Pino Daniele.

Conclude gli interventi il sindaco Giosué Starita, raccontando la storia del “Guappo” e di come l’Arte Bianca è fallita in questa città: «Le cose dette da Auricchio hanno un senso profondo. L’emozione di un territorio raccontato da chi l’ha vissuto. La crisi dell’Arte Bianca avviene negli anni Trenta del Novecento, quando negli USA la pasta arrivava piena d’insetti perche il “Capo pastaio" (il Guappo) era incompetente. Fino agli anni Sessanta la malavita era dilettantistica, dal contrabbando in poi diventa peggiore - ha sottolineato il primo cittadino -. Bisogna essere buoni cittadini capaci di contrastare questi fenomeni. Il mondo della scuola ha fatto un lavoro importante. Ora mancano due elementi fondamentali per recuperare il vincolo della solidarietà: l'“Io” e il “Noi”. Ricordate - ha concluso il sindaco - che la Politica è lo specchio della comunità».

La manifestazione termina sulle note di “Na tazzulella e café”, sempre cantata dai ragazzi del Liceo Artistico.

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