A cura della Redazione

Il proverbiale “lieto fine”, per alcune vicende, palesa tanta, tantissima amarezza.

Vincenzo (nome di fantasia), l’invalido di 53 anni di cui il nostro giornale per primo ha denunciato lo stato di degrado della sua esistenza (LEGGI QUI), è stato finalmente trasferito in una struttura di accoglienza di Ottaviano.

E’ di ieri sera il suo secondo ricovero nell’ospedale Maresca di Torre del Greco (il primo registrato domenica sera, subito dopo il nostro articolo-denuncia, ma il giorno dopo Vincenzo era già in strada). Qui è stato sottoposto al test per il coronavirus e subito dopo, questa mattina, trasferito – con l’intervento delle Politiche sociali del comune di Torre Annunziata – presso una struttura di accoglienza.

Ma in questa vicenda ci sono molte responsabilità.

La prima domanda che ci si pone è come sia possibile che una persona viva in uno stato di estremo degrado per diversi anni senza che nessuno se ne accorga. Senza contare che il locale in cui pernottava l’uomo si trova in una piazza frequentatissima della città a pochi metri dal Comando di polizia municipale. Eppure, in tutto questo periodo, nessuna segnalazione è arrivata all’ufficio delle Politiche sociali del Comune né tantomeno alle forze dell’ordine.

Il secondo quesito attiene ai familiari di Vincenzo, sposato con moglie figli. Perché tanto disinteresse nei confronti di un loro congiunto? Se non erano in grado di accudirlo perché non provvedere ad un suo ricovero in una struttura di accoglienza, visto che Vincenzo, fino a qualche anno fa e prima che gli venisse sospesa, percepiva regolarmente la pensione di invalidità del cento per cento?

La terza domanda riguarda un pò tutti noi, in generale poco avvezzi a segnalare episodi di questo genere alle autorità competenti e molto più propensi a far conoscere vicende simili attraverso i social o gli organi di stampa, credendo che in questo modo, dando più risonanza alla notizia, i risultati siano più immediati. Questo è vero, ma bisognerebbe prima coinvolgere chi di competenza e poi, qualora non ci fosse un riscontro positivo, utilizzare altri canali di denuncia. 

"I servizi sociali sono intervenuti nell'emergenza, assicurando una sistemazione adeguata per il caso in esame - afferma l'assessore alle Politiche Sociali Martina Nastri -, fermo restando l'accertamento di eventuali responsabilità in capo a terzi per lo stato in cui è stato trovato il soggetto. Nel contempo gli uffici di Ambito stanno procedendo alle dovute informative alle autorità giudiziarie. Attesa la possibilità di intervenire in modo celere laddove informati - conclude l'assessore -, sarebbe auspicabile che, in presenza di eventuali situazioni emergenziali simili, chiunque ne venisse a conoscenza segnali ai servizi sociali o alle autorità competenti anche in forma anonima onde consentire  i necessari interventi nell'ambito delle proprie competenze".

“Abbiamo risolto il problema in 24 ore – afferma il dirigente delle Politiche Sociali dott. Nicola Anaclerio – compatibilmente con le necessarie procedure amministrative da porre in essere. Una domanda - tuttavia - voglio porla. Perché nessuno ha denunciato, molto tempo prima, l’esistenza di questo problema ai nostri Uffici?”.

Una istanza legittima che induce a serie riflessioni sull'attuale livello di sensibilità sociale del territorio.