A cura della Redazione

I.A. frequenta il Liceo Classico “Pitagora-Croce” di Torre Annunziata. La ripresa dell’attività didattica in presenza della sua scuola, prevista in doppi turni a partire da lunedì 19 aprile, preoccupa non poco la studentessa che difende la bontà e la serietà della DAD. Ha racchiuso i suoi pensieri nello scritto che segue rivolgendosi ai politici.

Cari politici, in questo periodo di pandemia il mondo della scuola ha subito tante umiliazioni. Abbiamo sentito dire troppe volte “ormai docenti e studenti si sono abituati troppo bene a non far nulla, per questo bisogna riaprire le scuole”. Quindi tutti questi di mesi di DAD a cosa sono serviti? A sentirci dire che ci siamo riposati a casa senza studiare o lavorare? La risposta è una e vi assicuro che non è stato assolutamente così.

Tutti noi alunni insieme ai nostri professori ci siamo impegnati per continuare a svolgere egregiamente il nostro dovere: insegnare e studiare. La scuola non ha mai smesso di funzionare perché fortunatamente, oggi, organizzare lezioni a distanza attraverso l’ausilio di uno strumento elettronico non è un ostacolo! Chi ha la volontà di studiare lo fa anche a distanza, così come chi non lo fa in presenza non lo fa neppure a casa.

In questo anno abbiamo perso tanto, ad esempio non ricordiamo più i benefici della socialità ma almeno abbiamo continuato ad apprendere in maniera sicura, senza mettere a rischio la nostra salute. Adesso però anche il mese di aprile sta finendo, bisogna tornare in aula, altrimenti l’anno scolastico non potrà essere considerato valido, giusto?

Si pensa proprio così, vanificando, di conseguenza, tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti da un anno a questa parte. Avete ragione, bisogna riaprire. Per il Paese, per l’economia. Ed è giusto che tutte le attività realmente bloccate finora abbiano la possibilità di ripartire. Ma la scuola, la scuola non è stata mai chiusa. Tornare in presenza, dopo non aver visto i propri compagni e professori per mesi, ci spaventa!

Siamo terrorizzati, abbiamo perso nonni, zii e amici a causa di questo mostro e non vogliamo rischiare ancora. Ci sentiamo come dei superstiti ad oggi. E perché, adesso, dovremmo mettere in pericolo la nostra salute per una questione politica? Non si può studiare da casa e rimanere ancora in sicurezza?

Si torna in aula con alunni non vaccinati e personale scolastico che ha ricevuto solo la prima dose, nemmeno al 100%. Non vediamo alcuna sicurezza. Come possiamo essere sereni e gioire di ritornare alla normalità? Non si può fingere che ci siano le condizioni adatte al rientro. Ci sembra davvero una barzelletta andare a scuola per quest’ultimo mese, dopo essere stati rinchiusi un anno e con la situazione epidemiologica per niente rassicurante.

E vi assicuro che non abbiamo paura della scuola perché non vogliamo più studiare, ma abbiamo paura del virus, che non è affatto sparito. Se tornando a scuola, dovesse succedere qualcosa a qualcuno di noi e ai nostri familiari, poi con chi dovremo prendercela? Dato che siamo stati costretti a rientrare a scuola.

Ci sentiamo come pedine nelle mani dei potenti, per niente rispettati e ascoltati. Interessa soltanto aprire le scuole, mentre le nostre paure e i nostri disagi non interessano a nessuno. E questa è una cosa davvero triste, che ci fa rabbia, ci sconvolge e ci rende ogni giorno sempre più sfiduciati nei confronti di chi dovrebbe tutelarci.

I.A. (Liceo Classico Pitagora-Croce Torre Annunziata)