A cura della Redazione

A circa due settimane dal feroce delitto di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso per difendere la figlia, abbiamo incontrato don Antonio Carbone, responsabile della Casa Salesiana di Torre Annunziata, nonché presidente dell’Associazione “Piccoli passi, grandi sogni”.

In questi ultimi quindici giorni non si è fatto altro che parlare del delitto efferato di Maurizio. La città è stata scossa da questa tragedia ed ha partecipato emotivamente alle manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia della vittima. Ora bisogna che la giustizia faccia il suo corso e che i responsabili paghino per il delitto commesso. Ma basta la sola repressione?

«La sola repressione non basta – afferma don Antonio - bisogna investire nella prevenzione educativa dei ragazzi. “Il problema non è la mafia – scrive don Luigi Ciotti -, intesa come organizzazione criminale, quanto la mafiosità, il mare dentro cui nuota il pesce mafioso”».

E quindi?

«Ci vuole più scuola e formazione. E’ necessario potenziare le scuole della nostra città rendendole maggiormente attrattive. Molti ragazzi hanno l’intelligenza del fare, bisogna riconoscerla e promuoverla. Inoltre bisogna potenziare i centri educativi. Se vogliamo combattere le mafie, bisogna abbattere le diseguaglianze. I progetti educativi, lo sport, lo spazio studio sono le armi più opportune per deghettizzare e annientare l’ignoranza e l’esclusione. Bisogna strappare i ragazzi dalla strada ed abbattere il degrado, concime per la camorra. E poi aiutarli ad inserirsi nel modo del lavoro. Se fosse fatto ciò, sarebbe la più grande sconfitta per la criminalità organizzata e la più grande vittoria dello Stato».

Cosa dovrebbe fare la politica?

“Dovrebbe uscire da compromessi e mediazioni che rallentano, mortificano e non fanno prendere il volo».