A cura della Redazione

Tra le ultime decisioni del Prefetto Marco Valentini prima di lasciare Napoli, c'è stata la firma del provvedimento di nomina della Commissione di indagine presso il comune di Torre Annunziata per verificare se sussistano o meno tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata nella vita amministrativa e nella macchina comunale.

La Commissione avrà il compito di prendere in esame gli atti che riterrà opportuno per poi trarre le proprie, dovute considerazioni finali, da trasmettere poi al Prefetto.

L'accesso avrà durata di tre mesi, prorogabili una sola volta per ulteriori tre mesi.

Come ha reagito il sindaco Vincenzo Ascione di fronte a questa decisione della Prefettura? Gli abbiamo chiesto questo ed altro al chiuso della sua stanza, nella sede comunale di via Provinciale Schiti.

“E’ una decisione che mi aspettavo e quindi non posso dire di essere sorpreso – afferma Ascione -. Ho accolto con favore tale provvedimento perché è bene che si faccia una volta per tutte chiarezza. Come ho avuto più volte modo di dire, sono tranquillo e con la coscienza a posto, come penso lo sia la totalità dei consiglieri e assessori comunali, passati e presenti. Ciò detto, è opportuno che adesso i commissari lavorino con tranquillità per assolvere al loro compito istituzionale. Noi, dal canto nostro, faremo di tutto per agevolare il loro lavoro, collaborando e mettendo a disposizione al più presto la documentazione richiestaci”.

 Il Partito democratico già in primavera, quando era ancora presente in Giunta con due esponenti di spicco, si auspicava una Commissione di indagine al Comune.

“Lo so perfettamente. Purtroppo il mio partito (Ascione è attualmente tesserato con il Pd, ndr), ha la cattiva abitudine di fare eleggere i suoi sindaci per poi abbandonarli durante il cammino. L’ha fatto con gli ultimi tre primi cittadini di Torre Annunziata: Luigi Monaco, Giosuè Starita ed il sottoscritto. I primi due, poi, si ricandidarono con altre coalizioni, con alterne fortune”.

Lei farà la stessa cosa?

“In questo momento ho altro a cui pensare. Abbiamo ancora molte cose da fare in questi mesi che ancora ci separano dalle elezioni di primavera, e contiamo di farle nei migliori dei modi”.

Il senatore Ruotolo del Gruppo Misto ha dichiarato che è giunto il momento che lei si faccia da parte.

“Molti confondono l’insediamento della Commissione di indagine come una prova di colpevolezza. Niente di più sbagliato. La Commissione ha il compito di fare una serie di verifiche e di accertare se ci sono, o ci sono stati, condizionamenti, infiltrazioni o collegamenti con la criminalità organizzata. Le faccio notare che non sono pochi i Comuni nei confronti dei quali non viene assunto alcun provvedimento di scioglimento dopo la nomina di una Commissione d’accesso. Basti guardare in casa nostra, quando nel 2013 l’Amministrazione del sindaco Starita fu sottoposta allo stesso provvedimento e ne uscì riabilitata”.  

Il caso dell’ex dirigente dell’Ufficio tecnico e l’inchiesta aperta dalla Magistratura hanno sicuramente influito sulla decisione del Prefetto.

“Non lo nego e sono molto amareggiato e turbato per questa vicenda. Però, fino a prova contraria, neppure si può far cadere la responsabilità, seppur gravissima di un singolo, su un’intera Amministrazione. Che può essere anche criticata per il suo operato, che avrà sicuramente commesso degli errori, ma non penso assolutamente all’esistenza di connivenze con la criminalità organizzata. E’ giusto, però, che queste cose non le dica io ma che vengano verificate da altri organi istituzionali. Le ripeto, da parte mia sono assolutamente tranquillo e fiducioso nell'operato della Commissione e anche della Magistratura”.