A cura della Redazione

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parla nel suo consueto appuntamento del venerdì su Facebook. Ed era prevedibile che il focus fosse la decisione del Governo di impugnare l'ordinanza di chiusura delle scuole (infanzia, materne e medie) emanata da De Luca, sospendendo così il provvedimento adottato.

Dopo il ricordo di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo scomparso alcuni giorni fa («ci lascia una bella figura di esponente politico, che non perdeva il senso umano della lotta politica»), De Luca parla dell'emergenza sanitaria legata al Covid.

«Ogni giorno ci sono ricoveri di 50-70 pazienti, ciò significa trovare altri 400-500 posti aggiuntivi negli ospedali. E' un punto di criticità forte che ci vede impegnati quotidianamente per farvi fronte. L'obiettivo è superare il mese di gennaio, in cui ci sarà il picco dei contagi. Quello che abbiamo fatto queste settimane aveva questo scopo. Siamo l'unica Regione in Italia ad avere avuto da sempre l'obbligo della mascherina anche all'aperto. Abbiamo bloccato la vendita di superalcolici davanti ai bar e ai pub nelle ore serali per evitare assembramenti. Abbiamo adottato misure di prevenzione, intervenendo in tempo utile e non aspettando diventare zona rossa. Negli ultimi 3 mesi il Governo non ha fatto nulla in materia di prevenzione, eccetto aver disciplinato il Green Pass. Siamo comunque impegnati in uno sforzo di collaborazione ma siamo obbligati a dirci la verità delle cose e non facciamo sviolinate nei confronti di nessuno. Rispondiamo alla nostra coscienza e ragione e non alla politica politicante o alle bandiere di partito».

Poi sui controlli: «In Italia nessuno controlla niente. Piccoli interventi di facciata».

Sui provvedimenti del Governo, «le misure, poi, quando prese, sono state parziali e adottate in ritardo. Sulle quarantene sono state prese decisioni cervellotiche».

Sulle scuole, De Luca sottolinea come la priorità è la «tutela dei bambini. Le scuole in Campania si sono aperte tutte il 10 gennaio, tranne le elementari, le medie e le materne per una ragione di merito: essendo la fascia di età più bassa e non vaccinata in misura ampia, ci è parso ragionevole prendere due settimane di respiro. Avevamo immaginato di avere 2-3 settimane per ampliare la campagna di vacinazione per avere la scuola in presenza con maggiore tranquillità. In Campania ce ne sono 400mila di bambini fra i 5 e gli 11 anni da vaccinare. Negli ultimi giorni c'è stata una buona partecipazione. Con le ASL stiamo programmando l'apertura di decine di scuole per gli open day vaccinali».

De Luca ha definito poi una «cialtronata fatta di sera» l'impugnativa del Governo contro l'ordinanza di chiusura delle scuole, emanata dallo stesso presidente della Regione lo scorso 7 gennaio e poi di fatto sospesa dal TAR che ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di mamme e dallo stesso Esecutivo nazionale.

«Una decisione irrispettosa, offensiva e incomprensibile nei confronti della Campania - ha chiosato -. L'ordinanza è stata impugnata alle 22,15 di domenica sera, le scuole si aprivano il lunedì. In Campania - ha proseguito De Luca -, in questo momento, sono 111 i sindaci che hanno chiuso le scuole in altrettanti Comuni. E non c'è stata alcuna impugnativa. Serve serietà, serve rispetto. E' stata fatta solo propaganda e demagogia. Sono un pacifico guerriero ma pretendo lo stesso rispetto e non ho voglia di farmi prendere per i fondelli da nessuno, soprattutto se chi paga per decisioni propagandistiche sono i bimbi. La DAD, poi, l'ha introdotta il Governo non le Regioni, chi ha mai chisto la DAD in Campania? Sarebbe bene fare un bagno di umiltà e soprattutto atterrare con i piedi sulla realtà vera. La Regione è impegnata ad aprire tutto - contunua De Luca -, anche le scuole, ma bisogna guardare in faccia la realtà. Ad oggi non è regolamentata neache la possibilità di fare la DAD per quei bambini che non vanno a scuola, o perché sono positivi o perché i genitori lo sono, o qualche suo compagno di classe è contagiato, o semplicemente perché le mamme hanno paura di mandarli. C'è un rigurgito di centralismo in Italia, da Roma non sono in grado di decidere niente», ha concluso il Governatore.