A cura della Redazione

Regione Campania, GORI, Ente Idrico Campano e Consorzio di Bonifica Integrale chiamati a presentare le carte relative al fiume Sarno.

La Procura di Torre Annunziata, nell'ambito delle indagini sull'inquinamento del corso d'acqua, ha delegato i carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli ad eseguire un "ordine di esibizione di documentazione" nei confronti della Direzione Generale Difesa Suolo e Ambiente, dell'Ufficio Centrale Grandi Opere e Bonifiche, dell'Ufficio Speciale Centrale Acquisiti e procedure di finanziamento della Regione Campania; dell'Ente Idrico Campano; della GORI SpA; e del Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno.

Gli inquirenti vogliono far luce sulle conseguenze - ambientali e sulla salute umana - degli scarichi che, spesso, vengono effettuati illecitamente nel fiume.

Nel corso di indagini condotti dai carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) di Napoli e Salerno è emerso infatti che numerosi Comuni attraversati dal rivo, mancano del collettamento agli impianti di depurazione esistenti o sono privi di una propria rete fognaria, con la conseguenza che le acque "nere" provenienti dalle abitazioni vengono riversate direttamente nel corso d'acqua, con conseguenze che potrebbero rivelarsi molto negative sulla salute dell'uomo e della fauna, sviluppando patologie mediante la circolazione di germi patogeni in grado di infettare e provocare malattie e intossicazioni.

La Procura vuole verificare l'attuale quadro dello stato di inquinamento e l'avanzamento delle opere fognarie e dei collettori di collegamento delle reti ai depuratori esistenti. Ma anche le modalità con cui vengono gestiti gli impianti di depurazione dei reflui industriali e civili e il loro stato manutentivo, in particolare quello di Scafati; e l'eventuale stanziamento e utilizzo dei finanziamenti relativi alla manutenzione e all'adeguamento degli stessi impianti. 

Particolare attenzione viene posta dalla magistratura sulle somme di denaro richieste ai cittadini, quelle che in bolletta sono indicate con la voce "oneri di depurazione", e l’impiego delle stesse in termini di attività a tutela del fiume e dell’intero ecosistema afferente.

La richiesta della Procura oplontina si colloca nell’ambito di una più articolata attività investigativa, denominata “Rinascita Sarno”, condotta dai carabinieri della Tutale Ambientale, del NOE, Forestali, dalle Capitanerie di Porto e dalla Polizia della Città Metropolitana di Napoli, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’ARPAC e sotto il coordinamento delle Procure di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata. Indagini che fino ad ora, a partire dalla fine del lockdown, hanno condotto a 74 sequestri - tra aziende o parti di esse e condotte abusive -, all’arresto di 2 persone e alla denuncia in stato di libertà di 264 soggetti per reati in materia ambientale, tra i quali anche quello di inquinamento.

Attualmente, sono oltre venti i Comuni del Bacino idrografico del Sarno che non hanno un sistema fognario collettato ai depuratori, cosicché gli scarichi confluiscono direttamente nel fiume.

In ultimo, la Procura punta ad accertare eventuali omissioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni preposte nonché verificare lo stato dei lavori e degli stanziamenti in termini economici per l’efficientamento dei depuratori ed il collettamento degli stessi.