A cura della Redazione

Dal prossimo 1 aprile, le attività della Unità Operativa di Medicina Legale del Distretto 56 dell'ASL Napoli 3 Sud, attualmente ubicata presso l'ex ospedale civile di Torre Annunziata, verrà trasferita nella sede ASL di via Fusco, 12 (ex INAM). Il Comitato Associazioni e Sindacati Vesuviani (CASV), che raggruppa alcune organizzazioni dei lavoratori e di tutela dei consumatori e dei cittadini, tramite il suo presidente Aurelio Giacomini, scrive ai sindaci e amministratori dei Comuni del Distretto (in cui ricadono Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, con un bacino di utenza di 90mila cittadini), ai vertici dell'Azienda Sanitaria, all'INPS e alla Regione Campania (Direzione Generale per la tutela della Salute e coordinamento del SSR) manifestando il disappunto verso tale decisione.

In particolare, si pone l'accento sulle difficoltà logistiche che presenta la sede di via Fusco, soprattutto per i portatori di handicap e gli invalidi, principali utenti del Servizio.

Un provvedimento che il CASV definisce «assurdo» e che comporterà ulteriori difficoltà per gli utenti, «oltre alle già gravissime problematiche che attanagliano i cittadini, e soprattutto coloro che quotidianamente combattono le loro disabilità, che continuano a pagare sempre le conseguenze di questa pessima e inadeguata gestione del distretto».

La sede di via Fusco, «oltre ad avere l’assenza di parcheggi su una strada in forte pendenza, presenta l’inadeguata mancanza di spazi che possano permette un lavoro adeguato e dignitoso alle Commissioni - si legge ancora nella lettera di denuncia - e l’assenza degli spazi relativi agli archivi. Ciò porterà ad un ulteriore “disservizio”, viste le difficoltà gestionali che di sicuro sorgeranno, considerate le peculiarità del settore. Si ricorda, in ultimo, il ritardo di ben due anni delle convocazioni da parte delle Commissioni. È veramente inaccettabile e indecoroso continuare così, contro ogni principio etico, morale e legale. Si spera in un intervento tempestivo per ripristinare il corretto funzionamento delle cose e che vengono rispettati e tutelati tutti quei diritti persi dei disabili», conclude la missiva.