A cura della Redazione

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha parlato nella sua consueta diretta Facebook del venerdì. Ci è andato, come spesso accade, giù duro nei confronti del Governo nazionale, criticandolo aspramente sull'emergenza Covid che, ufficialmente, è terminata ieri, 31 marzo. De Luca si è concentrato soprattutto sul piano di riparto delle spese sanitarie sostenute in questi due anni, ritenendo la Campania fortemente penalizzata sul versante dei rimborsi nazionali. Le sue parole sono state molto forti.

"Oggi si conclude la fase dell'emergenza sanitaria. Chiudiamo questi due anni di emergenza pesante, essendo la regione con il numero più basso di decessi Covid, pur vivendo in una delle aree più congestionata d'Europa e avendo tra i 10 e i 15mila dipendenti in meno, una cosa che grida vendetta. Non ci è chiaro chi paga da oggi in poi - ha tuonato De Luca -. L'emergenza è finita, quindi anche gli stanziamenti nazionali. Per il Covid la Campania ha certificato 520 milioni, altre regioni 1,8 miliardi. Altre, con un 1 milione di abitanti in meno, hanno certificato il doppio della Campania. È arrivato il momento di fare un'operazione verità, decidiamo se vogliamo fare un assalto alla diligenza. Non vorrei trovarmi domattina a non avere più un euro di risorse ma dovendo gestire Usca, tamponi, attività di territorio e quant'altro. Anche per questo motivo, abbiamo deciso di cominciare a dire 'no'. È arrivato il momento di rifiutare in maniera definitiva la logica della rapina delle risorse a danno della Regione Campania e questa posizione la manterremo anche quando discuteremo del riparto del fondo sanitario nazionale. Se non avremo le risorse proporzionate alla popolazione campana, daremo parere negativo - ha sentensiato il presidente -. Poi veda il Governo quello che deve fare. Ma la logica della rapina a danno della Campania deve terminare, perché sono 10 anni che andiamo avanti con questa presa in giro drammatica sulla pelle dei nostri concittadini".

De Luca, poi, se la prende con il Ministero dell'Istruzione (e anche questa non una novità). "C'è un ultimo atto di demenzialità del Governo al termine dello stato di emergenza ed è quello adottato per il mondo della scuola - ha detto -. Si è deciso che possono tornare a scuola anche i docenti o personale non vaccinato, purché i docenti non entrino a contatto con gli studenti. Questo vuol dire che i prèsidi dovranno organizzare tornei di burraco e bridge per i docenti, altrimenti cosa fanno? Questa è l'ultima innovazione prodotta dal ministero dell'Istruzione. La mia solidarietà ai prèsidi".