A cura della Redazione

Attribuire in automatico il solo cognome del padre al figlio "si traduce nella invisibilità della madre" ed è segno di diseguaglianza tra genitori che si "riverbera e si imprime sull'identità del figlio".

Depositata la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 262, comma 1, del Codice Civile “nella parte in cui prevede, con riguardo all’ipotesi del riconoscimento effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori, che il figlio assume il cognome del padre, anziché prevedere che il figlio assume i cognomi dei genitori, nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto”, scrivono i giudici della Consulta. Accordo che, dunque, diventa imprescindibile per quello che potremmo definire il "mono-cognome". Senza, devono attribuirsi i cognomi di entrambi i genitori, fattispecie che diviene così la regola. Ciò vale sia per i figli nati nel matrimonio che per quelli adottati.

Il problema sorge proprio quando non vi è questa intesa tra padre e madre: a decidere sarà il giudice, "fintanto che il legislatore non decida di prevedere, eventualmente, altri criteri", si legge in una nota dell'Ufficio Stampa della Corte.

In sostanza, la norma in questione contrasta con gli articoli 2, 3, 117 comma 1, della Costituzione, quest'ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo.

La Corte poi rivolge un duplice invito al legislatore. Innanzitutto, un intervento "impellente" per "impedire che l'attribuzione del cognome di entrambi i genitori comporti, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore che sarebbe lesivo della funzione identitaria del cognome", salvaguardando al contempo "l'interesse del figlio a non vedersi attribuito un cognome diverso rispetto a quello di fratelli e sorelle". La (possibile) soluzione prospettata dalla Consulta è quella di fare in modo che la scelta del cognome del primo figlio sia vincolante rispetto ai figli successivi della stessa coppia.

Una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la sentenza troverà applicazione alle ipotesi in cui non vi sia stata ancora l'attribuzione del cognome. "Eventuali richieste di modifica - conclude la nota - seguiranno la disciplina prevista a tal fine, salvo specifici interventi del legislatore".

LA SENTENZA COMPLETA