A cura della Redazione

La pandemia da Covid, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi economica hanno comportato un ulteriore impoverimento della popolazione in Italia, soprattutto dei ceti più deboli. La decisone del nuovo Governo, poi, di eliminare dal 2024 il Reddito di cittadinanza, senza la prospettiva di nuovi posti di lavoro e senza introdurre alcun tipo di ammortizzatore sociale, acuirà sicuramente le diseguaglianze nel Paese a svantaggio soprattutto delle famiglie più disagiate.

Oggi parleremo del caso di Maria Rosaria, 46 anni, una donna del Sud per comprendere cosa stia accadendo nel Paese ed, in particolare, nel Mezzogiorno.

Maria Rosaria dopo vent’anni a gestire un’attività commerciale, con la cronica crisi economica acutizzata dalla pandemia, si è ritrovata senza lavoro dopo la chiusura del proprio esercizio. Invalida al 50 per cento, si mette comunque alla disperata ricerca di un lavoro dipendente confidando anche nell’iscrizione nelle categorie protette. I centri per l’impiego non le offrono nulla, a parte la possibilità di svolgere la bracciante agricola, evidentemente incompatibile con la sua condizione fisica, nonostante sia ligia nel seguire i tirocini ad integrazione del Reddito di cittadinanza, che nel frattempo le dà un sollievo anche perché è rimasta sola dopo la morte di entrambi i genitori.

Accetta anche occupazioni part time con contratti da un mese, alcuni a 3 euro l’ora, quasi tutti con la promessa di un’assunzione a tempo indeterminato che non arriva mai. Ogni speranza di un lavoro sta via via affievolendosi quasi fino a scomparire, col timore che quelle poche centinaia di euro del Reddito di cittadinanza le vengano per sempre private se si deciderà, come sembra che sia, per la sua abrogazione. Che cosa accadrà, quindi, dopo? Sono queste le angosce di chi come Maria Rosaria vive al Sud e con grande dignità rivolge appelli affinché le venga riconosciuto un diritto scolpito nella nostra Costituzione.

Appelli che noi non possiamo che girare alle Istituzioni affinché, in assenza della speranza di un lavoro e di un rilancio dell’economia che non riusciamo però a vedere, continuino a tutelare la dignità di cittadini che un’occupazione la continuano a cercare incessantemente e che rischiano di rimanere senza alcun ammortizzatore sociale.