La nostra città ha avuto figli celebri in diversi campi, dalla cultura al cinema, dall’Esercito all’Aviazione e alla Marina, dallo sport alle professioni. Citarli vorrebbe dire fare un elenco lunghissimo, almeno dall’Ottocento ad oggi.

Ma c’è stato un personaggio che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione. Un genio incompreso che incontravo e salutavo quasi ogni giorno per strada e che tutti consideravano un tipo un po’ strano. Eppure Peppino Vaccaro, di lui stiamo parlando, questo nostro concittadino laureato in giurisprudenza ma dedicatosi poi ad altri studi, con la sua estrosità e inventiva ha realizzato un progetto che ci hanno invidiato in moltissimi. La sua mente vulcanica ha partorito, ben 42 anni fa, nel 1981, il Museo dell’Energia Solare, anticipando una tendenza che solo molto tempo dopo è diventata di attualità. E anche il luogo era originale, sul lastrico solare del palazzo dove abitava, in via Fiume 8, di fronte all’allora cinema Metropolitan, nel centro storico di Torre Annunziata.

Con scarsi mezzi ha costruito una serie di “marchingegni” alimentati dal sole che incantavano i visitatori.  Per un ventennio, diverse decine di migliaia di studenti, professori, appassionati cultori delle energie alternative, giornalisti e persino scienziati hanno affollato quel terrazzo, rimanendo stupefatti davanti alle sue invenzioni. Centinaia gli articoli dedicati a lui su riviste scientifiche, giornali e periodici, in Italia e all’estero, persino in Giappone e in Australia! Lui li collezionava per esporli insieme a tantissimi attestati che riceveva da istituzioni scolastiche e da estimatori di tutto il mondo.

Purtroppo nessuna amministrazione ha saputo intuire le potenzialità turistiche di questo patrimonio e valorizzare il suo operato, per cui Peppino ha dovuto chiudere, per mancanza di risorse, il museo da lui creato in modo artigianale. Nonostante ciò la sua creatività si è indirizzata in altre direzioni, nel campo della scrittura, cimentandosi in vari settori della cultura. Il suo libro più noto “De Nova Senectute” lo dedicò agli anziani, sull’arte del saper invecchiare, dando tanti preziosi consigli sulla loro salute fisica e mentale da mantenere integra il più a lungo possibile. Ricordo che volle regalarlo personalmente a mia madre Maria, che gli è stato sempre grato e che ancora oggi, a novantasette anni, lo legge in continuazione e lo conserva sul comodino come se fosse il Vangelo.

Ma la sua sensibilità si è indirizzata anche verso l’amore per gli animali e la natura, che Vaccaro ha esternato in altri suoi libri. In “Umani, loro!”, dedicato a cani, gatti e contro la vivisezione; e in “Le piante insegnano”, un viaggio nel modo vegetale con tante curiosità tra cui la banca dei semi nell’Orto Botanico di Napoli. La sua vena poetica l’ha manifestata in altri scritti, con poesie, romanzi, saggi e cronache di viaggio.

In occasione del secondo anniversario della sua scomparsa ho voluto ricordare questo torrese e amico che ha lasciato un segno indelebile del suo ingegno e che mi auguro possa restare per sempre nella nostra memoria storica. Peppino Vaccaro ci ha lasciati il 26 aprile 2021, ma ora penso che starà strabiliando in Paradiso, con la sua geniale inventiva, tutti i suoi famosi concittadini che lo hanno preceduto.

(Nella foto, gli allievi della Scuola Militare "Nunziatella" in visita al Museo. Nel riquadro, Peppino Vaccaro)