A cura della Redazione
“Ancora una volta ho ritenuto doveroso rappresentare al ministro Sandro Bondi, al prefetto Andrea De Martino, al soprintendente per i Beni Architettonici Stefano Gizzi, al professore Giuseppe Galasso, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane e ai proprietari per quanto di interesse e competenza lo stato di notevole pericolo e grave degrado in cui versa da anni la settecentesca Villa Bruno Prota, in Via Nazionale, 761. Una splendida costruzione che è sotto i vincoli e la Legge di Tutela 1089/1939 per interesse artistico e storico”. Così Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco. “In proposito, sottolineo soprattutto – prosegue - che sono notevolmente aumentati i pericoli per la pubblica sicurezza. Ribadisco che la condizione assolutamente inaccettabile e di forte abbandono dell’edificio mi ha obbligato più volte a chiedere agli organi sovracomunali competenti di intraprendere i dovuti e necessari provvedimenti. Ho perfino inoltrato ordinanze e diffide ai proprietari per inottemperanza e trasmesso alla Procura di Torre Annunziata tutti gli atti. A tutt’oggi nessun riscontro. Intanto, per salvaguardare la pubblica e privata incolumità abbiamo transennato lo spazio antistante lo stabile”. “In particolare, la singolare facciata – spiega il primo cittadino - arreca seri problemi alla pubblica sicurezza visto che è rivolta sul marciapiede comunale. L’ingresso, infatti, è attraversato da un notevole traffico sia automobilistico che di pedoni. Uno dei balconcini collocati sotto il portico, quello di sinistra, è in evidentissimo stato di pericolosità: l’inferriata è prossima a crollare. Non mancano profonde crepe, arbusti ed erbacce varie, per non parlare di alcuni vetusti ed ormai inutili supporti di ferro per l’energia elettrica che andrebbero immediatamente rimossi”. “Un vero peccato – commenta il Sindaco - vedere da lungo tempo una così imponente costruzione, appartenuta ai marchesi Curtis, ingabbiata da ponteggi e reti varie. La scenografia presenta al centro un basso corpo di fabbrica, fiancheggiato e sormontato da una elegante e rovinatissima edicola sacra contenente il classico busto di San Gennaro, ovviamente in gravissimo e pericoloso dissesto. Mentre ai lati in pessime condizioni si elevano pinnacoli, nella parte centrale si notano doppie e rovinate paraste, con aperture simmetriche, timpani e disegni differenti. Infine, un importante timpano con diverse crepe completa la grande struttura”. “Non si possono assolutamente trascurare – conclude Ciro Borriello - simili testimonianze che, oltre a rappresentare la storia di una città, risultano essere splendide perle incastonate lungo il famoso Miglio d’oro. Sono queste le nostre vere ricchezze, i nostri attrattori culturali per il turismo e non solo. Pertanto, nonostante tutto, resto ancora fiducioso che presto saranno adottati dalle istituzioni competenti i dovuti, necessari ed urgenti interventi sia per mettere in sicurezza la pubblica incolumità che restituire il prezioso complesso architettonico all’antico splendore”. COMUNICATO