A cura della Redazione
«La trasmissione su La7 è stata una ripresa televisiva o una ri-presa in giro di una città campana?». Parole di profondo rammarico da parte di Antonio Cardella in riferimento alla puntata di ieri del programma Piazza Pulita, nel quale si è discusso anche della questione Deiulemar. Cardella, rappresentante dell’Unione Nazionale dei consumatori di Torre del Greco, è un avvocato, ex arbitro di calcio di serie A, che della moderazione ha fatto uno stile di vita e professionale. E´ stato tra i primi ad alzare la bandiera a difesa dei risparmiatori traditi dalla Deiulemar nell’incresciosa vicenda da che due mesi tiene in ansia numerose famiglie di Torre del Greco e dei comuni limitrofi. L’avvocato torrese, giustamente contrariato per come è stata travisata e banalizzata una problematica così importante, spara a zero sulla trasmissione. «E´ stato relegato a "tappabuchi" il collegamento da Torre del Greco, nell’ambito di una trasmissione che, sebbene abbia avuto inizio in "prima serata", ha trattato la vicenda a partire dalle ore 23.30, dedicandovi solo pochi minuti». Eppure, come ha precisato l’avvocato dei consumatori di Torre del Greco, le telecamere di La7 sono rimaste quasi un mese nella città corallina con l’opportunità di riprendere luoghi, personaggi, incontri istituzionali e, soprattutto, raccogliere storie reali. Invece, assicura, molte interviste registrate nei giorni scorsi non sono andate in onda. La cosa che però ha lasciato sgomenti i torresi, è stata la superficialità con cui è stata trattata la vicenda e l’immagine negativa che ne è derivata della popolazione locale. Sorprende che professionisti qualificati della televisione non siano stati in grado (o non hanno voluto) di andare alla radice della problematica che attanaglia la quarta città della Campania per numero di abitanti. In primis, bisognerebbe spiegare a molti che non tutta la provincia di Napoli è Scampia. Torre del Greco, per le fiorenti iniziative economiche (corallo, armatoriali, vivaistica ed antiquariato) può essere invidiata per tenore medio di vita da parecchie città del Lombardo-Veneto. Possiede una fiorente banca locale che è la più presente per sportelli in Campania, insieme al Banco di Napoli, sul circuito finanziario territoriale. Resta inoltre da precisare che le immagini diffuse nel video fanno torto a Torre del Greco ed alle città limitrofe, dove, anche se c’è presenza di delinquenza organizzata (come a Milano c’è corruzione di politici locali), il tessuto sociale è prevalentemente formato da persone per bene, da onesti lavoratori e professionisti che, in questi giorni, vedono seriamente compromessi i sacrifici di un´intera vita. In sostanza, il ceto medio e tanta popolazione moderata non sono scesi in piazza per ritegno. Però di questo elemento i giornalisti de La7 ne avrebbero dovuto dar notizia. Il fatto è che tutto il Sud è servito da Istituzioni che funzionano come i treni, anche se le tasse sono uguali per tutti. Ne deriva che sono mancati i controlli pubblici a tutti i livelli. In questo modo capita che, mentre la crisi Parmalat diventa il centro del dibattito pubblico, del crac della maggiore azienda di navigazione commerciale che opera nel Mezzogiorno un sottosegretario di Governo si trova ad ammettere candidamente di non saperne nulla. «Come responsabili dell´Unione Nazionale Consumatori, intervistati da La7 nei giorni precedenti, ma inspiegabilmente lasciati senza parole, ci si chiede perché una vicenda così delicata non è stata trasmessa in prima serata? Come mai le sono stati dedicati pochi minuti e agli ospiti dello studio non è stata illustrata in anticipo la vicenda, in modo da evitare imbarazzati giudizi? Inoltre - si chiede sempre Cardella - perché non sono stati invitati alla trasmissione i responsabili delle Istituzioni di controllo del mercato finanziario (Consob e Banca d´Italia)?». Uno sfogo giustificato di un professionista torrese. Tante domande che meriterebbero finalmente risposte plausibili. MARIO CARDONE