A cura della Redazione
«A seguito del sopralluogo che abbiamo effettuato questa mattina presso gli impianti di depurazione di Torre del Greco, in via San Giuseppe alle Paludi e in viale Europa, abbiamo presentato un Ordine del Giorno per impegnare il presidente della Giunta regionale, Stefano Caldoro, e l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, a reperire i finanziamenti necessari per la costruzione di un nuovo collettore lungo via Nazionale, al fine di porre fine allo scempio ambientale che ogni giorno si consuma sotto gli occhi dei cittadini torresi, in quanto i due depuratori a oggi esistenti sono obsoleti e mal funzionanti e di conseguenza i reflui fognari sversano direttamente in mare, contribuendo a inquinare il golfo di Napoli e impedendo la balneazione nello specchio d’acqua antistante». In una nota congiunta, i consiglieri regionali Antonio Amato e Anita Sala, rispettivamente presidente e componente della Commissione consiliare speciale per il controllo delle bonifiche ambientali e i siti di smaltimento rifiuti ed ecomofie, hanno commentato il sopralluogo effettuato stamane presso gli impianti di depurazione della città corallina, e a cui hanno preso parte il vicesindaco di Torre del Greco, Vincenzo Porzio, la Commissione comunale Ambiente presieduta da Vincenzo Castellano, il direttore generale della Gori, Franco Rodriquez e i rappresentanti dell’Arpac. «A stretto giro di boa – proseguono Amato e Sala – bisogna creare una task-force con le istituzioni locali e regionali per attivare tutte le procedure necessarie alla realizzazione dell’impianto, il cui valore complessivo supera di poco i 25 milioni di euro. La somma era stata già appostata in passato, ma poi dirottata altrove a causa dell’emergenza rifiuti in Campania, ma oggi la questione degli impianti di depurazione torresi deve essere riportata al centro dell´agenda politica regionale, ecco perché riteniamo indispensabile anche la costituzione di un tavolo tecnico permanete che monitori con attenzione le varie fasi della vicenda. A seguito dello studio di fattibilità, sia in termini di investimento che di gestione, la Gori ha presentato un progetto preliminare dal basso impatto sociale che prevede la realizzazione dell´impianto con la tecnica del micro-tunnelling, ovvero tramite la realizzazione di pozzi dal diametro di 8 metri e profondi dai 15 a 40 metri da cui scende una sorta di trivella che scava in orizzontale una galleria sotterranea senza creare disagi nelle aree urbanizzate. Porteremo la questione nell’Aula del Consiglio regionale - concludono - e faremo tutta la pressione necessaria per sensibilizzare le Istituzioni». BARBARA ROMANO