A cura della Redazione

Una bara bianca, oltre mille persone in attesa per dare l'ultimo saluto a Pietro Spineto. Il feretro con il corpo del 19enne, ucciso per un tragico gioco dall'amico del cuore di 15 anni (reo confesso ed accusato di omicidio colposo), la sera dell'8 agosto scorso in vico Bufale a Torre del Greco, è giunto nella Basilica di Santa Croce accolto da applausi e tanta commozione. Lì, a pochi passi dal quartiere del Rio, dove la vita di Pietro è stata spezzata per una tragica fatalità.

A seguire, la messa celebrata da Don Giosuè Lombardo all'interno della chiesa, colma all'inverosimile. Moltissime persone sono rimaste fuori ad attendere. 

Il sacerdote, nella sua omelia, ha avuto parole dure nei confronti delle Istituzioni. «Qui lo Stato è assente», ha detto. Don Lombardo ha poi ricordato quel ragazzo che «conoscevo bene perché frequentava l'oratorio della chiesa. Pietro faceva di tutto per restare aggrappato alla vita, per non affondare». "Pietro vive", lo slogan stampato sulle magliette indossate dagli amici. "Stop alle armi", la scritta apparsa su un altro striscione. "Ci mancherai", un altro messaggio per il giovane.

Le esequie si concludono. All'uscita volano i palloncini bianchi e azzurri. L'addio a Pietro, che viene portato al cimitero dove riposerà in pace, lontano da un mondo che non ha saputo proteggerlo e garantirgli un futuro.