A cura della Redazione
«Mi hanno abbandonata!». E’ questo lo sfogo della signora Virginia Solimeno. La donna, 63 anni, vive a Torre Annunziata ed è affetta da una grave patologia alle gambe, la “lipectomia da elefantiasi agli arti inferiori con lipodistrofia”. Una malattia diagnosticata nel 1996. Da allora, Virginia è costretta su una sedia a rotelle, essendo invalida al cento per cento. In una lettera inviataci qualche giorno fa, rivolge un appello disperato alle Istituzioni, alle strutture sanitarie e a tutti quei medici interessati a studiare questa rara patologia, sconosciuta ai più, «per trovare le cure adeguate, senza dovermi più sottoporre a continui e dolorosi interventi chirurgici». Operata, difatti, per ben tre volte dall’equipe di chirurgia vascolare dell’ospedale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, la 63enne non può più sottoporsi a viaggi estenuanti e sostenere il costo di un’ambulanza che la trasporti da Torre Annunziata al nosocomio della cittadina lombarda. «Ogni viaggio sono più di mille chilometri, tra andata e ritorno, e né l’Asl né il Comune mi hanno mai dato un sostegno economico». A tutto ciò, si aggiunge la solitudine in cui vive la signora Virginia da anni: «Sono sola - ci scrive -. Vivo in via Carlo Poerio, in un tugurio senza servizi igienici, completamente fatiscente e assolutamente inidoneo per le mie condizioni di salute. Inoltre, come se non bastasse - continua la donna nella sua lettera - incombe su di me l’ennesima tegola, lo sfratto esecutivo! L’unica compagnia è quella di un assistente sociale che quotidianamente, per due ore al giorno, segue il mio caso con particolare attenzione». Fino ad ora, le reiterate sollecitazioni all’Azienda Sanitaria, per ricevere assistenza domiciliare, sono cadute nel vuoto e così «sono costretta a pagare di tasca mia l’infermiere, mentre per le medicazioni provvedo personalmente per non avere ulteriori spese, visto che ho una pensione mensile di appena 800 euro. Tra l’affitto, le medicine e le bollette mi resta ben poco per poter mangiare. Infatti, spesso la mia parrocchia mi aiuta a procurarmi dei viveri». Una situazione, dunque, davvero drammatica. Uno spiraglio potrebbe arrivare con la concessione dell’accompagnamento da parte dell’Asl; tuttavia, per il momento, la relativa pratica non è stata ancora espletata. Il grido di disperazione della signora Virginia è giunto anche a Roma, all’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e all’attuale, Giorgio Napolitano, i quali «mi hanno inviato dei soldi per potermi curare». Un ultimo appello è rivolto, infine, alle persone che tendono sempre più spesso ad evitare di frequentare Virginia «come se fossi un’appestata. Io sono qui, nella mia casa, ad accogliere chiunque voglia conoscere la mia storia fatta di tanta sofferenza». Non possiamo fare altro che dar voce a questa triste e vergognosa vicenda, sperando che chi di dovere intervenga al più presto per aiutare una persona che afferma di essere «murata viva». DOMENICO GAGLIARDI