A cura della Redazione
Il voto a Torre: testa a testa Pd-PdL Il Partito Democratico taglia il traguardo per primo... ma vince al fotofinish sul Popolo della Libertà! Nella nostra città, infatti, il Pd ottiene 8.873 voti alla Camera dei Deputati (39,73 per cento), appena 34 preferenze in più del PdL (39,57 per cento). Lo stesso minimo distacco si verifica al Senato, con 36 voti di differenza tra il partito di Veltroni ( 7.672 voti e il 39,41 per cento) e quello di Berlusconi (7.636 voti e il 39,22 per cento). Rispetto al risultato del 2006, quando per Montecitorio si presentò la lista de L’Ulivo, il Partito Democratico ha avuto circa 800 voti in meno, anche se un punto e mezzo in più di percentuale (allora raggiunse il 38,33 per cento). A Palazzo Madama, invece, ha ottenuto in più oltre 150 preferenze e 5 punti in percentuale, in confronto alla somma di Ds e Margherita che due anni fa totalizzarono insieme poco più di 7.500 consensi e il 34,35 per cento. Il Popolo della Libertà è balzato, alla Camera dei Deputati, dal 30 al 40 per cento dei voti, con 1.300 preferenze in più e 10 punti percentuali di incremento. Ma c’è da considerare che allora Dc-Nuovo Psi, Alternativa Sociale e Partito dei Pensionati correvano da soli, raccogliendo circa mille consensi, mentre ora sono diventati parte integrante del PdL, anche se c’è stata la scissione de La Destra (da Alleanza Nazionale) che non è confluita nel Popolo della Libertà. Un discorso più o meno analogo può essere fatto per il Senato. Il dato più eclatante di queste elezioni è, però, il crollo della Sinistra l’Arcobaleno, che ha ottenuto appena 499 voti e il 2,23 per cento alla Camera, e 463 preferenze e il 2,38 per cento al Senato, perdendo circa 9 punti percentuali rispetto a due anni fa, quando la somma dei partiti che la componevano (Rc, PdCI e Verdi) arrivava all’11,2 per cento dei consensi! Dove sono andati a finire tutti questi voti “lasciati per strada” dalla Sinistra? Sicuramente verso l’astensionismo e, in piccolissima parte, in direzione dei mini partiti che presentavano il simbolo della falce e martello sulle schede elettorali (PCL, Sinistra Critica, P.C.I.M.-L.). Persino il Partito Socialista, con appena 150 voti, è stato superato dal Partito Comunista dei Lavoratori che ha ottenuto... 3 preferenze in più! Un calo c’è stato anche per la lista Di Pietro-Italia dei Valori, anche se il risultato è in linea rispetto a quello nazionale e regionale. Ciò è dovuto, indubbiamente, al mancato effetto di trascinamento di una forte candidatura locale che, nel 2006, portò il partito di Di Pietro al 10,5 per cento al Senato (6,3 nel 2008) e al 7,1 per cento alla Camera (6,1 nel 2008), grazie alla candidatura, due anni fa, dell’allora assessore Antonio Gagliardi, attuale capogruppo consiliare di IdV, non ricandidatosi alle recenti elezioni. Risultato soddisfacente per il MpA, alleato del PdL, che ha ottenuto il 4,5 per cento in entrambi i rami del Parlamento. Hanno contribuito a questo risultato gli elettori de L’Italia di Mezzo e quelli dell’Udeur, partito, quest’ultimo, non presentatosi. In lieve crescita anche l’UdC, passata dal 2,8 al 3,5 per cento dei voti rispetto a due anni fa. Una piccolissima percentuale di voti (circa il 2 per cento), infine, è andata alle micro liste che hanno accentuato il fenomeno dispersione (M.E.D.A., Forza Nuova, Lista dei Grilli parlanti, Unione Democratica per i consumatori, ecc.). Insomma, l’ondata d’urto del terremoto politico provocato dal centrodestra, anche se in misura più attenuata, si è avvertita anche a Torre Annunziata. E ciò dovrà far riflettere i partiti del centrosinistra, e innanzitutto la Sinistra l’Arcobaleno, sulla strategia da mettere in campo. Per evitare che anche alle prossime elezioni amministrative (Provinciali e Regionali) questa marea montante del centrodestra possa travolgere e sommergere unan delle roccaforti della Sinistra riformista e radicale rappresentata, in provincia di Napoli, dalla nostra città. L’obiettivo principale dovrà essere quello di recuperare il forte astensionismo di coloro (in stragrande maggioranza di sinistra) che hanno disertato le urne, nel 2008 rispetto al 2006, perché delusi dai loro partiti di riferimento, e che costituiscono un vero e proprio partito medio (2.700 elettori circa). Solo così potrà iniziare la grande rimonta del centrosinistra, anche per avere finalmente una rappresentanza sovracomunale, in primis alla Provincia, nelle elezioni che si terranno fra un anno. SALVATORE CARDONE