A cura della Redazione
M.C., il presunto assassino del tenente Pittoni, è il figlio di un boss, sorvegliato speciale del clan Gionta. Ma è anche il figlio di un’insegnante elementare di buona famiglia che aveva un nonno carabiniere e ha uno zio maresciallo dell’Arma. Il giovane diaciassettenne, che vive questa enorme contraddizione, quando ha rivisto la madre dopo quattro giorni di latitanza, l’ha abbracciata e pianto: «Mi dispiace, mamma. Perdonami. Ho combinato un guaio». Il giovane, 17 anni, primo di tre figli, iscritto alla terza classe di un istituto tecnico, si è presentato martedì sera alla caserma di Sabaudia insieme alla mamma, che gli teneva la mano, e all’avvocato di fiducia, Michele Riggi. Per convincerlo a costituirsi i carabinieri avevano fatto pressioni fortissime e accerchiato “il Quadrilatero” bloccando lo spaccio di droga. Il ragazzo, ferito alla spalla durante le concitate fasi della rapina alle Poste di Pagani, non riusciva a muovere il braccio: non era in condizioni di rispondere alle domande del PM, spiega il legale, e dunque si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora è ricoverato nel reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale Cardarelli, dove i chirurghi, nei prossimi giorni, lo opereranno per estrargli il proiettile rimasto conficcato. Quando sarà dimesso, l’avvocato chiederà che venga interrogato: «Non abbiamo alcuna intenzione di sottrarci». La prima notte da piantonato, il giovane l’ha passata dormendo placidamente, con addosso le scarpe e il berrettino con la visiera; accanto al letto, quattro o cinque borsoni pieni di indumenti. Forse non gli è ancora chiaro che starà in una cella. Proprio perché figlio di un personaggio di spicco del clan Gionta, M.C. in un primo momento era stato tenuto fuori dalle indagini: Fabio Prete, uno dei fermati, aveva infatti chiamato in causa un innocente, Antonio Palma. Il giorno successivo, invece, dinamica e protagonista della tragica rapina erano stati finalmente chiariti. L’omicidio commesso dal ragazzo e il suo arresto hanno sconvolto la madre, maestra elementare supplente, e portato lo scompiglio nella famiglia materna. Ciò nonostante la donna e il ragazzo non sono stati lasciati soli: è scattata la solidarietà dei parenti, che si sono mobilitati per far costituire il 17enne e fargli comprendere quanto atroce sia il gesto che ha commesso. La rapina, costata la vita al tenente Marco Pittoni, comandante della tenenza di Pagani, è avvenuta venerdì mattina. L’ufficiale, in borghese, era all’interno dell’ufficio postale di corso Padovano quando ha fatto irruzione il commando. Titti Beneduce Corriere del Mezzogiorno