A cura della Redazione
Il Tribunale del Riesame si pronuncerà oggi, al massimo domani, sulla richiesta di annullamento della misura cautelare in carcere dell’imprenditore farmaceutico Nazario Matachione e dei due ufficiali della Guardia dei finanza, i colonnelli Fabio Massimo Mendella e Fabrizio Giaccone, tutti accusati di corruzione. Le sei ore di arringa degli avvocati difensori non sono bastate ai giudici del Tribunale della libertà, presieduto dal magistrato Ardituro, di prendere una decisione immediata. All’udienza erano presente tutti e tre i gli indagati, ma l’unico a prendere la parola è stato il dott. Matachione. “Le accuse mossemi – ha detto – si basano sul rancore e sul risentimento della mia ex mia moglie. Le mie farmacie hanno subito più controlli di tutti i miei colleghi d’Italia e mai è emerso nulla di particolarmente rilevante. Qui è in atto un tentativo mirato a distruggere le mie aziende”. Gli avvocati difensori di Matachione, Elio D’Aquino e Domenico Ciruzzi, nella loro lunga arringa difensiva, hanno puntato sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza e sulla inutilità della misura cautelare in carcere. I due avvocati hanno ribadito che “non sussisteva alcun pericolo di fuga in Brasile da parte del loro assistito perché si trattava di un viaggio programmato da tempo, con biglietti di andata e ritorno già acquistati. Le indagini – hanno aggiunto - si fondano su fonti confidenziali, scritti anonimi e dichiarazioni di una ex coniuge inattendibile e, tra l’altro, concorrente sul mercato”.